Australia: Joseph Suaalii ha già conquistato i Wallabies

Il centro ha 21 anni, viene dal rugby league ed è stato il man of the match contro l’Inghilterra a Twickenham, nella sua prima partita di rugby a XV

Australia: Joseph Suaalii ha già conquistato i Wallabies – ph. Sebastiano Pessina

Tre milioni duecentocinquantaseimila seicentoundici euro. Virgola cinquanta.

È la cifra vergata sul contratto di Joseph-Aukuso Suaalii, nato a Penrith, nel New South Wales, 21 anni fa.

È la cifra che Rugby Australia spenderà per questo e i prossimi due anni per ottenere i talenti di questo ragazzo cresciuto nel rugby league e strappato all’altro codice grazie a un accordo milionario in tenera età.

Se l’investimento sarà stato proficuo lo dirà il prossimo futuro, ma intanto Suaalii ha già conquistato i Wallabies: a Twickenham ha giocato la sua prima partita di rugby a XV, da titolare, e ne è uscito migliore in campo 80 minuti più tardi, con le sue impronte digitali sul furto con scacco operato ai danni dell’Inghilterra nel 42-37 di sabato pomeriggio.

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Padre samoano, madre australiana di discendenza cambogiana, zio pugile professionista, Suaalii ha avuto un’ascesa sportiva prematura: record australiano di salto in alto per gli U12, 15 mete in 9 partite nella maggior competizione U16 australiana di rugby league, debutto in NRL (il campionato australiano di rugby league) a meno di 18 anni grazie a una esenzione speciale.

E ora la conquista dei Wallabies in un’ora e venti di partita. Il signor Michael Hooper, 125 caps e record di presenze per la nazionale australiana come capitano, ha detto dopo la partita contro l’Inghilterra: “È stato fantastico. Come fai a fare una cosa del genere? Prima partita di rugby union a livello professionistico e giochi così.”

“Non è praticamente stato placcato mai per tutta la partita, ha creato occasioni da meta, ha ricevuto i calci d’inizio: è stato un fattore enorme nella partita. Quel salto per ricevere la palla da un chilometro di distanza sembrava quello di Michael Jordan.”

“Giuro: è per momenti così che ho cambiato gioco – assicura il diretto interessato – il mio sogno è sempre stato venire qua a giocare, dall’altra parte del mondo. È stata una giornata emozionante, i miei genitori sono venuti qua da Samoa, mio nonno è arrivato dalla Cambogia per vedermi rappresentare l’Australia per la prima volta, dove siamo cresciuti e viviamo io e i miei sei fratelli.”

“Come ho detto a loro, però, questa è stata solo la prima partita di quattro, quindi ora pensiamo direttamente alla prossima con il Galles.”

Una sfida che l’Australia può preparare con una serenità diversa dopo un risultato positivo di cui Joe Schmidt e la squadra avevano bisogno. E che, per un pezzo, è passato dalle mani di un ragazzo di 21 anni pagato milioni di dollari australiani per fare diventare certe intenzioni realtà.

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