Italia-Georgia, la storia fin qui

Quello di Genova sarà il quinto scontro assoluto tra le due nazionali

Italia-Georgia, la storia fin qui, In foto: Dean Budd in azione contro i Lelos – ph. Sebastiano Pessina

Una rivalità che è maturata in tempi recenti, quella tra Italia e Georgia, una sfida internazionale che ha alle spalle una storia limitata.

Sono quattro i precedenti che hanno messo di fronte Azzurri e Lelos: tre in Italia e uno in Georgia, e ogni volta a prevalere è stata la squadra di casa.

Si è giocato nel 1998 a L’Aquila, nel 2003 a Asti, nel 2018 a Firenze e nel 2022 a Batumi: domenica 17 novembre a Genova va in scena il quinto episodio di questa rivalità nata dall’emergere del rugby georgiano come principale forza europea al di fuori del Sei Nazioni e da un’Italia che per lungo tempo ha faticato a stare al passo delle altre cinque unions del Torneo.

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Italia-Georgia, L’Aquila 1998

Nel 1998 a L’Aquila Italia e Georgia si sfidano nel secondo turno delle complesse e molto allargate qualificazioni alla Rugby World Cup del 1999.

L’Italia si afferma 31-14 in una partita dove il primo tempo è molto tirato: finirà 14-3 per gli Azzurri, con i Lelos in vantaggio inizialmente grazie a un drop del numero 10 Machitidze e l’Italia a prendere le redini dell’incontro solo nel finale della frazione grazie alle mete di Luca Martin e Stefano Saviozzi.

Nella ripresa una doppietta di Corrado Pilat e una meta dell’ex tecnico delle Zebre Fabio Roselli metteranno a posto le cose, mentre la Georgia segnerà la meta della bandiera a tempo ormai scaduto.

L’Italia di Coste e Mascioletti vedeva già un punto fermo in Alessandro Troncon come numero 9, abbinato a Pepe Scanavacca in cabina di regia.

Italia-Georgia, Asti 2003

Dopo un test non ufficiale nel 2000 vinto dall’Italia 51-7 a Livorno, con mete di Luca Martin, Alessandro Moscardi e doppiette per Aaron Persico e Diego Dominguez, le due squadre si incontrano di nuovo tre anni dopo.

Nel 2003, prima della Rugby World Cup in Australia che avrebbe incoronato l’Inghilterra di Jonny Wilkinson, la squadra georgiana compie un mini-tour di preparazione al mondiale: a fine agosto gioca un test non ufficiale a Biarritz contro il club francese, che in quel momento è uno dei migliori d’Europa e campione di Francia 2002; poi a inizio settembre arriva in Italia, per sfidare gli Azzurri a Asti.

Per la nazionale azzurra allenata in quegli anni da John Kirwan la partita con i Lelos rappresentava la chiusura della preparazione al mondiale, dopo aver subito due pesanti parziali in trasferta in Scozia (47-15) e in Irlanda (61-6).

Era l’Italia capitanata da Alessandro Troncon, che faceva coppia in mediana con Ramiro Pez. Era l’avvio del ciclo dell’Italia che poi avrebbe raggiunto il suo apice nel 2007, vincendo due partite al Sei Nazioni e sfiorando la qualificazione ai quarti di finale della Rugby World Cup in Francia: Martin Castrogiovanni e Marco Bortolami avevano 23 anni, Sergio Parisse e Mirco Bergamasco 20, Gonzalo Canale 21.

L’Italia vinse la partita 31-22, dopo aver faticato più del previsto per vincere la resistenza di una Georgia che non aveva ancora così tanti giocatori professionisti nei migliori campionati europei, ma che poteva contare sull’apporto del mediano di apertura Paliko Jimsheladze di Aurillac, e dell’ala del Tours Malkhaz Urjukashvili. In terza linea giocava Gregoire Yachvili, fratello del mediano di mischia della Francia Dimitri.

Dopo un primo tempo chiuso sul 13-13 con le mete di Castrogiovanni e Lo Cicero per l’Italia e un calcio di Pez, livellati dalla meta trasformata di Urjukashvili, nel secondo tempo l’Italia ebbe maggior fortuna ai cartellini, uno giallo e uno rosso, comminati agli avversari. Nella ripresa la Georgia segnò solo 9 punti al piede, mentre l’Italia portò a casa l’incontro con le marcature di Troncon e Checchinato.

Italia-Georgia, Firenze 2018

Sono dovuti passare 15 anni per ritrovare la sfida diretta tra Italia e Georgia. Allo stadio Franchi di Firenze si gioca una partita piena di significati ulteriori: è il momento in cui i Lelos spingono in maniera più accesa per avere un posto al tavolo del Sei Nazioni e in cui l’Italia sembra immersa in una crisi irrimediabile.

La Georgia è allenata dal neozelandese Milton Haig, che ha come assistente quel Graham Rowntree fino a poche settimane fa allenatore del Munster. I Lelos sono infarciti di giocatori che militano in Top 14 e in Premiership, con una terza linea davvero temibile in Beka Gorgadze, Giorgi Tsutskiridze e Otar Giorgadze, a cui l’Italia risponde con il trio Negri-Polledri-Steyn, forse in uno dei suoi momenti migliori.

Pur soffrendo a tratti contro un avversario che getta addosso agli Azzurri tutto quello che ha, la squadra di casa riesce a vincere la partita con limitati patemi. La Georgia segna per prima e fa esplodere i tanti tifosi georgiani presenti allo stadio, ma l’Italia riesce a non scomporsi e replica immediatamente con Michele Campagnaro.

La gara sembra andare nella direzione giusta quando l’Italia segna due mete a cavallo dell’intervallo con Mattia Bellini e Dean Budd, e poi allunga ulteriormente grazie alla quarta meta di Allan prima dell’ora di gioco. Sul 28-10 gli Azzurri però traballano, complice un cartellino giallo che li mette sotto pressione. La Georgia ritorna sotto sul 28-17, ma non riuscirà mai a riaprire davvero l’incontro grazie a una difesa con le unghie e con i denti degli Azzurri di Conor O’Shea.

Georgia-Italia, Batumi 2022

L’estate del 2022 è uno dei momenti difficili dei tre anni di Kieran Crowley alla guida della nazionale italiana. Il tour estivo, con qualche assenza e con la volontà di aumentare la profondità della rosa dando opportunità a qualche volto nuovo, si rivela più difficile di quanto sulla carta sembrasse: il Portogallo costringe gli Azzurri a una vittoria all’ultimo secondo dopo una prestazione negativa, la Romania cede più facilmente e prepara il palcoscenico per la sfida contro la Georgia a Batumi.

Lo stadio della città sul Mar Nero è una bolgia. La Georgia ha cessato un po’ di battere il tamburo mediatico dell’accesso a sfide più probanti, ma il livello della sua squadra non è calato, anzi. C’è un ragazzino di vent’anni con la maglia numero 15 che è pronto a prendere in ostaggio gli Azzurri per 80 minuti: si chiama Davit Niniashvili, ed è il trequarti più forte che i Lelos abbiano mai avuto.

Niniashvili vince ogni singolo duello aereo contro il triangolo arretrato azzurro composto da Capuozzo, Padovani e Menoncello. Il mediano di apertura Tedo Abzhandadze sembra posseduto dallo spirito di Carlos Spencer: è ovunque a dirigere il gioco dei suoi, alternando gioco al piede e alla mano, e attaccando in prima persona, tanto da segnare due delle tre mete che consentono alla Georgia di vincere 28-19, ottenendo un risultato storico.

Per l’Italia è uno smacco ma anche un’occasione di crescita: in campo a Batumi c’erano tanti dei protagonisti degli Azzurri di oggi, pronti a riscattare quella sconfitta e a riportare la chiesa al centro del villaggio.

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