Il tecnico alla vigilia dell’ultimo match delle Autumn Nations Series: “Duro perdere Lamaro, ma siamo competitivi. Capuozzo ha tantissima voglia di giocare”
Si avvicina Italia-All Blacks: anche se il ricordo del 96-17 di un anno fa è ancora vivido, Gonzalo Quesada non ci pensa e guarda al futuro e alla partita di sabato allo Juventus Stadium: “Con questa partita finisce il mio primo anno alla guida dell’Italia, quindi è solo l’inizio di questo ciclo. Il Mondiale è servito tanto per la crescita di questa squadra, credo che oggi sia una formazione molto più consapevole. Anche se la partita con l’Argentina non è stata quella che volevamo siamo una squadra che sa uscire dal proprio campo, sa mettere pressione, sa difendere e sa adattarsi alle caratteristiche dell’avversario. So che perderemo delle partite, ma so che questa squadra sarà sempre più difficile da battere. Questo è quello che posso dire” ha detto in conferenza stampa.
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“Non è stato un novembre facile” ha proseguito il tecnico: “I tanti viaggi, i primi allenamenti senza i ragazzi che giocavano all’estero, l’intossicazione prima dell’Argentina. Questa settimana siamo riusciti ad allenarci molto bene, siamo venuti subito a Torino. Certo, siamo ancora lontani dal livello degli All Blacks, ma voglio dare ai giocatori gli strumenti per affrontare ogni situazioni della partita ed essere competitivi in ogni zona del campo, e su questo faremo un grande lavoro anche a livello mentale. Non credo che Scott Robertson abbia bisogno di spiarci, ma comunque non dirò quello che abbiamo in mente per la partita (ride, ndr)”.
Quesada su Lamaro e Capuozzo
All’Italia mancherà Michele Lamaro, fuori dopo l’infortunio alla spalla subito contro la Georgia: “È il capitano da tanti anni e ha giocato tutte le partite importanti, non ricordo una partita sbagliata da lui. Ma come ogni volta in cui abbiamo infortuni – e in queste settimane sono tanti – è sempre un’opportunità per allargare il gruppo dei leader. Duro perdere Mitch, ma la squadra sarà di livello lo stesso”.
Quesada recupera però Ange Capuozzo, che per ora ha giocato solo i 7 minuti con l’Argentina prima di uscire per concussion: “Ange non ha potuto allenarsi per 10 giorni, da quando ha ricominciato però sta lavorando molto bene e contiamo moltissimo su di lui”. Il suo infortunio è arrivato dopo un placcaggio sul pilone argentino Sclavi, molto più pesante di lui: “Ho sempre apprezzato il suo coraggio. Se facciamo la proporzione tra coraggio e chili il bilancio è incredibile (ride, ndr), ma quell’infortunio arriva per un motivo ben specifico. Ho sempre detto che quei piccoli chip in attacco non funzionano perché 9 volte su 10 regalano il pallone agli avversari per un contrattacco, in quell’occasione lo abbiamo fatto per due volte di seguito e ci siamo ritrovati a dover difendere”.
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Sugli All Blacks
“La Nuova Zelanda, dopo aver avuto un Rugby Championship non perfetto e in cui è stata molto criticata, in questo novembre ha fatto molto bene. Secondo me meritavano di vincere anche con la Francia. Sono tornati ad essere gli All Blacks di sempre. Sicuramente ci rispettano, si vede dalla formazione che hanno messo. Hanno preso un charter specifico per venire subito a Torino e potersi allenare bene. Per competere dovremo fare la nostra miglior partita degli ultimi anni” ha detto Quesada.
“So che chiediamo tanto ai giocatori e so che in tanti pensano che quello che chiedo sia troppo per loro. Voglio tanti dettagli e do loro tante informazioni, ma serve per avere tutte le armi a disposizione per competere. Ci serve tempo, a volte facciamo delle cose molto belle: nel Sei Nazioni sono stato sorpreso perché contro il Galles abbiamo giocato 70 minuti davvero belli da vedere, ma serve tanto lavoro per farlo con continuità. L’obiettivo è affrontare questa squadra gigantesca con umiltà e fierezza e mostrare la miglior versione di noi stessi per rendere fieri i tifosi”.
Prosegue Quesada: “Ci prepariamo ad affrontare una tempesta. Dobbiamo preparare la barca, gli strumenti, e dopo capiremo come gestire anche emotivamente la partita e non andare nel panico, altrimenti la barca affonda. Dobbiamo fare attenzione a non concedere mete nei primi 20 minuti, loro sono quelli che ne segnano di più e noi quelli che ne subiamo di più in quel momento della partita. Il 47% dei loro punti vengono da azioni da rimessa laterale e il 30% da palloni rubati, quindi dobbiamo fare le cose facili. Non dobbiamo regalargli nulla”.
Una chiosa anche su Parisse, che domenica 24 sarà ufficialmente inserito nella Hall of Fame di World Rugby: “Ho mandato un messaggio a Sergio, lui è un’ispirazione per questa squadra. Dopo la partita con la Georgia è venuto a salutarci e ho visto tutti i ragazzi ammirati da lui. Ho avuto la fortuna di allenarlo allo Stade Francais, e alla fine i ragazzi che alleno adesso erano bambini quando Sergio giocava, quindi sì, è stato un’ispirazione per tutti”.
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