Autumn Nations Series: cuore enorme dell’Italia, ma a Torino passano gli All Blacks

Finisce 11-29 il match dello Juventus Stadium: Azzurri con una difesa ostinata e a tratti esaltante, ma distrutti nelle fasi statiche

Italia-All Blacks – ph. Sebastiano Pessina

In uno stadio che è una bolgia e una festa, l’Italia dimostra tutto il proprio carattere e tutto il proprio cuore spendendosi in una battaglia fisica a un ritmo pazzesco contro una squadra da una cilindrata diversa, gli All Blacks.

Dopo 80 minuti di lotta senza quartiere hanno la meglio i neozelandesi per 11-29.

Se il risultato rende onore allo sforzo profuso da Brex e compagni, l’Italia offre una performance da una parte eccezionale, da un’altra decisamente carente. La prima viene da una difesa eccezionale, con una grandissima intensità fisica e una capacità di inquinare la qualità del possesso avversario finora senza precedenti per la nazionale azzurra. Lo sforzo profuso viene pagato però in chiave offensiva, dove l’Italia il più delle volte non riesce ad andare oltre la seconda fase prima di perdere la palla, e viene distrutta nelle fasi statiche.

La gara si apre con lo stadio che infiamma la competizione e le squadre che si fanno inghiottire dal caos, tra errori da una parte e dall’altra. Gli Azzurri non riescono ad approfittare di un paio di possessi recuperati nei 22 metri avversari, ma sono i primi a segnare con Paolo Garbisi dalla piazzola.

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Barrett risponde poco dopo, ma Garbisi rimette l’Italia davanti 6-3 dopo un quarto d’ora. Tuttavia, dopo le battute iniziali, territorio e possesso diventano totale appannaggio della nazionale neozelandese, che malgrado l’eccezionale difesa degli Azzurri riescono a trovare soddisfazione con Cam Roigard, bravo a sfruttare una situazione di caos in un momento dove peraltro gli All Blacks

L’Italia rimane in trincea per i 17 minuti seguenti del primo tempo, resistendo alle offensive avversarie con le unghie e con i denti, con una prestazione difensiva maiuscola collettiva. La diga cede all’ultimo minuto del primo tempo, con Will Jordan che chiude in meta una bella sequenza partita dai 50 metri, dove gli All Blacks trovano bene lo spazio al largo e fanno male alla difesa italiana. Si va dunque al riposo sul 17-6.

Nella ripresa l’Italia riesce a giocare un po’ di più il pallone e assedia la linea di meta neozelandese quando Capuozzo inventa una corsa delle sue, buca la difesa e serve Ioane, che porta la palla ben dentro i 22 metri avversari. Ne segue una sequenza dove gli All Blacks si difendono con indisciplina e vengono puniti con un giallo per Anton Lienert Brown, che sconta i falli ripetuti dei suoi.

Il drive da rimessa laterale, però, non funziona e gli All Blacks riescono a bloccare la palla e forzare il turnover. Dalla mischia che ne segue ottengono uno dei tanti calci di punizione generati dalla fase ordinata e il pericolo è scampato.

Il punteggio rimarrà fermo su quello dell’intervallo fino a dieci minuti dalla fine della partita, con gli All Blacks che vengono fermati a ripetizione da una difesa disperata degli Azzurri. Mark Tele’a segna la meta che allarga il divario quando l’Italia si trova in 14 per l’espulsione di Simone Ferrari, reo di troppi falli in mischia ordinata. Proprio da quella fase i neozelandesi prendono un sopravvento che per la difesa italiana, costretta sui propri 5 metri, è impossibile arginare e Tele’a mette altri 5 punti nel carniere, arricchiti dai due addizionali segnati dalla piazzola da Barrett.

Nel finale di partita, però, c’è gloria anche per l’Italia: su un calcio alto di Garbisi Tele’a è impreciso nel duello aereo, Zanon raccoglie e serve con un offload elegante Tommaso Menoncello, che arriva fino in fondo facendo esplodere di gioia lo Juventus Stadium.

Sarà proprio Menoncello, poi, tentando di forzare la giocata con uno degli ultimi possessi della partita, derivante da un pallone perso dagli All Blacks a cinque metri dalla linea di meta azzurra, a restituire un ovale troppo pericoloso nelle mani di Beauden Barrett: il tentativo di calcetto del 12 italiano finisce per regalare al 10 avversario la meta che sigilla il 29-11 finale.

Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Jacopo Trulla, 13 Juan Ignacio Brex (C), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Martin Page-Relo, 8 Ross Vintcent, 7 Manuel Zuliani, 6 Sebastian Negri, 5 Dino Lamb, 4 Federico Ruzza, 3 Marco Riccioni, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti .
A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolò Cannone, 20 Alessandro Izekor, 21 Alessandro Garbisi, 22 Leonardo Marin, 23 Marco Zanon

Marcatori Italia
Mete: Menoncello (76)
Trasformazioni:
Calci di punizione: P. Garbisi (11, 15)

Nuova Zelanda: 15 Will Jordan, 14 Mark Tele’a, 13 Rieko Ioane, 12 Anton Lienert-Brown, 11 Caleb Clarke, 10 Beauden Barrett, 9 Cam Roigard, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane, 6 Wallace Sititi, 5 Patrick Tuipulotu, 4 Scott Barrett (C), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot.
A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Fletcher Newell, 19 Tupou Vaa’i, 20 Peter Lakai, 21 TJ Perenara, 22 David Havili, 23 Damian McKenzie

Marcatori Nuova Zelanda
Mete: Roigard (23), Jordan (39), Tele’a (69), B. Barrett (79)
Trasformazioni: B. Barrett (23, 39, 69)
Calci di punizione: B. Barrett (14)

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