Gli Azzurri, coraggiosi e solidi in difesa, pagano la tanta sofferenza in mischia ordinata e i problemi nel gioco aereo
TORINO – Una grande partita, con l’Italia che per 70 minuti costringe gli All Blacks agli straordinari e rimane attaccata nel risultato. Poi un paio di errori nel finale costano un passivo più pesante di quello che forse gli Azzurri avrebbero meritato, ma il 29-11 di Torino porta comunque con sé tanti risvolti positivi verso un Sei Nazioni nel quale l’Italia sarà chiamata a confermare quanto di buono fatto quest’anno. Il freddo ha reso il match dello Juventus Stadium ancora più difficile: tanti errori di handling, tante interruzioni, ma la squadra di Quesada è stata brava ad approfittarne e a fare in modo che il ritmo non diventasse insostenibile. Tre le note stonate che alla fine hanno deciso il match: la sterilità offensiva che ha caratterizzato tutte le Autumn Nations Series, la mischia ordinata e l’ennesima partita di sofferenza nel gioco aereo. Ecco i nostri voti.
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Autumn Nations Series: le pagelle di Italia-All Blacks
Ange Capuozzo 5 – Una serata difficile. In grande difficoltà in difesa (soprattutto contro Jordan) e nelle palle alte, ha poche occasioni per essere decisivo in attacco: il suo unico guizzo scatena l’arrembaggio azzurro nel secondo tempo, ma è troppo poco per uno come lui. Preso dalla foga, commette un errore non da lui giocando veloce la rimessa laterale che porterà all’ultima meta degli All Blacks.
Jacopo Trulla 5.5 – Tanta sofferenza sulla palle alte, e gli All Blacks lo mettono nel mirino su ogni calcio di ripresa del gioco. Un paio di ottimi interventi in difesa, ma Barrett gli scappa via sulla terza meta (Zanon 7 – L’imbucata con due placcaggi evitati e l’offload per la meta di Menoncello sono preziosissimi. A dimostrazione che si possono fare cose importanti anche in pochi minuti)
Juan Ignacio Brex 6.5 – Rieko Ioane e Lienert-Brown sono due brutti clienti. Da capitano di giornata, Nacho si prende la squadra sulle spalle guida il muro difensivo di fronte a degli All Blacks che a tratti hanno dato l’impressione di non sapere come uscirne. Meno impegnato individualmente rispetto alle altre volte, è però sempre al posto giusto.
Tommaso Menoncello 7 – Una partita devastante: lotta e ruba palloni nel punto d’incontro come una terza linea, fa muro contro gli assalti degli All Blacks e segna una gran meta dopo aver vinto una bella battaglia aerea. Il voto sarebbe stato altissimo senza quello scellerato calcetto che ha servito a Barrett la meta del 29-11 su un piatto d’argento.
Monty Ioane 7 – Partita di grandissima solidità difensiva: evita 2 mete già fatte, una placcando Will Jordan e poi Sititi sulla stessa azione, e poi ancora su Jordan nel secondo tempo. Gli manca il guizzo in attacco, come a tutti in questo momento.
Paolo Garbisi 6.5 – Paradossalmente gli All Blacks gli lasciano un po’ più di spazio di manovra rispetto a quanto fatto dalla Georgia. Palla in mano gli manca il guizzo che servirebbe per mettere più dubbi alla difesa avversaria, si concede anche delle giocate al piede rischiose e a volte efficaci, come il cross-kick che ispira la meta di Menoncello. Solido come sempre in difesa: 10 placcaggi e 100% di efficacia (Marin s.v.)
Martin Page-Relo 6.5 – Partita di grande concretezza. Zero rischi ma zero errori. Giusto una sbavatura su un pallone perso in avanti durante la raccolta in ruck, ma va detto che la pressione neozelandese è stata asfissiante (Alessandro Garbisi 5.5 – Purtroppo non riscatta l’opaca prova di Genova. Due errori gravi: un calcio stoppato appena entrato e la palla persa nell’ultima azione a tempo scaduto)
Ross Vintcent 7 – Meno dinamico del solito in mezzo al campo, ma una partita da 21 placcaggi (con un solo errore) non può che ricevere applausi a scena aperta.
Manuel Zuliani 6 – Tra i pochi ad arginare la furia neozelandese nel breakdown, è anche il secondo miglior placcatore del match dopo Menoncello, con 18 placcaggi riusciti. Sulla meta di Roigard però ha delle responsabilità, perché sale male e poco convinto lasciando una voragine al numero 9 neozelandese (Izekor s.v.)
Sebastian Negri 6.5 – Come con la Georgia, il suo compito è caricare a destra e a manca e mettere la squadra in avanzamento. Lo ha fatto anche di fronte agli All Blacks: 14 le cariche, con 22 metri guadagnati dopo il contatto.
Dino Lamb 6.5 – Il suo ritorno in campo è una delle note più liete di queste Autumn Nations Series: concreto, presente in difesa e solido palla in mano.
Federico Ruzza 7 – Al primo tentativo degli All Blacks di avanzare con la maul va a prendersi il pallone in mezzo a una selva di maglie nere. La sua partita è tutta così: placcaggi, palloni recuperati e una touche da tenere insieme con lo spago (Niccolò Cannone 6 – Una buona mezz’ora per lui, soprattutto in fase difensiva)
Marco Riccioni 5.5 – Soffre nella prima mischia contro De Groot, cresce nel finale di primo tempo ma torna a far fatica ad inizio ripresa, esce presto, anche se poi rientra dopo il giallo a Ferrari (Ferrari 5 – Nel secondo tempo la mischia è sofferenza pura. Brousset lo punisce per crolli ripetuti, e alla fine il suo tabellino segna 4 calci di punizione concessi)
Gianmarco Lucchesi 5.5 – In mezzo al campo è il solito lavoratore, ma i problemi al lancio pesano tantissimo, soprattutto per una squadra che fa fatica ad avere palloni di qualità (Nicotera 5.5 – La prestazione è praticamente la fotocopia del collega di ruolo. Bene in fase difensiva, male in touche)
Danilo Fischetti 6 – Soffre anche lui in mischia, soprattutto nel secondo tempo. Compensa con una gran partita difensiva: 11 placcaggi e un turnover. Vero, si perde Roigard nella prima meta, ma il mismatch è troppo grande tra un pilone e un mediano di mischia e soprattutto il buco era stato già aperto dai compagni (Spagnolo 6.5 – Il calcio in mischia conquistato contro Newell è tanta roba)
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A cura di Francesco Palma
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