I quindici giocatori che si sono distinti nella finestra internazionale, ruolo per ruolo
Con la vittoria dell’Irlanda sull’Australia di sabato 30 novembre si sono chiuse le Autumn Nations Series 2024.
Cinque fine settimana consecutivi di rugby internazionale sono davvero una scorpacciata immensa, che regala un’infinità di dati, statistiche, impressioni, fili narrativi e sportivi da districare.
Ci proviamo compilando una immaginaria lista gara con la formazione ideale scaturita da tutti i test matches che si sono succeduti in questo lungo novembre, definita dai quindici giocatori che hanno saputo, individualmente, brillare nella loro specifica posizione.
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Il XV ideale delle Autumn Nations Series 2024
15 Tom Wright (Australia) – Eddie Jones lo aveva lasciato fuori dalla Rugby World Cup 2023, Joe Schmidt non solo lo ha riabilitato, ma gli ha consegnato anche la maglia numero 15, che aveva indossato poche altre volte. E lui ha ripagato con una grande stagione. Il momento più alto la tripletta al Galles. Nello stesso ruolo meritano una menzione Davit Niniashvili (Georgia) e Juan Cruz Mallia (Argentina)
14 Akaki Tabutsadze (Georgia) – Non sarà questo fenomeno totale, Aka Tabutsadze, eppure in tutto quello di buono che combina la Georgia finisce per esserci il suo zampino. E di solito è quello che firma il finale, schiacciando la palla in meta. Due mete in tre partite in questo novembre per lui, che portano il bottino a 41 mete in 45 presenze internazionali. E quel placcaggio salvameta su Monty Ioane a Genova.
13 Jesse Kriel (Sudafrica) – Come il buon vino, Jesse Kriel migliora col passare del tempo. Si affina, pure, diventando un giocatore sempre più completo. In gioventù era un energumeno capace di fare la differenza per le sue qualità fisiche e atletiche, oggi è un profondo conoscitore del gioco che raramente fa la cosa sbagliata e si prende sempre più responsabilità di playmaking per gli Springboks.
12 Tommaso Menoncello (Italia) – Nel novembre ombre e luci della nazionale italiana, Tommaso Menoncello continua a impressionare. Un giocatore decisamente di livello elitario, in particolare nelle abilità inerenti al contatto, con e senza la palla. Uno dei pochi a salvarsi contro l’Argentina, dove ha distribuito gran botte in giro per il campo, e clamoroso al breakdown contro gli All Blacks a Torino, coronando con la meta un’ottima prestazione. Da non trascurare il novembre internazionale di Sione Tuipulotu (Scozia), Len Ikitau (Australia), Damian de Allende (Sudafrica).
11 Louis Bielle-Biarrey (Francia) – Ha 21 anni ed è uno dei migliori trequarti ala al mondo. In questo novembre ancor più che in altre occasioni LBB è stato un’arma in più per la Francia, capace di mettere in mostra la sua velocità clamorosa e il suo fantastico gioco aereo in più di un’occasione. Le sue sgasate sono un piacere per gli occhi, ma si rischia la mandibola slogata.
10 Marcus Smith (Inghilterra) – L’Inghilterra ha vinto solo contro il Giappone a novembre ed è stata una delle deluse delle Autumn Nations Series, ma Marcus Smith è l’assoluto demiurgo di questa squadra. Da giocatore talentuoso a uno dei migliori numero 10 del mondo: è la trasformazione che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti. La polverina magica Smith ce l’ha sempre avuta, ora sta imparando anche come distribuirne un po’ attorno a sé, a beneficio dei compagni. Anche Thomas Ramos ha giocato grandi test in maglia numero 10 per la Francia.
9 Cam Roigard (Nuova Zelanda) – E così TJ Perenara ha chiuso in maglia nera. E Aaron Smith prima di lui. Brad Weber e Tawera Kerr-Barlow hanno lasciato la Nuova Zelanda da un pezzo. Dietro sembrava esserci il nulla finché non è comparso lui: Cameron Roigard da Hamilton, classe 2000. Da quando è tornato dal brutto infortunio che gli ha fatto saltare 9 mesi di rugby, gli All Blacks hanno fatto un ulteriore salto di qualità, e la prestazione contro la Francia lo ha incoronato come uno dei migliori mediani di mischia del momento.
8 Caelan Doris (Irlanda) – L’Irlanda è in un momento un po’ così. Vince ma non convince, molti dei veterani sembrano un po’ cotti dal chilometraggio intenso degli ultimi anni. Tranne Caelan Doris. Lui no, lui continua a macinare metri sul campo portando palloni, sempre con qualità, sempre con intenzione. In più adesso è anche il capitano della squadra. D’altronde, più esemplare di così non si può. In questa stagione 5 mete in 7 presenze tra Leinster e Irlanda.
7 Fraser McReight (Australia) – Segnatevi sul taccuino il nome del 7 australiano, perché lo ritroverete anche nella formazione ideale del 2024, a fine mese. Ha giocato un anno straordinario, McReight. Con la testa sempre nel punto d’incontro, con disprezzo assoluto del proprio istinto di sopravvivenza. Un anno in cui sembra essere passato dal titolo da aspirante erede di Michael Hooper a effettiva personificazione dell’ex capitano.
6 Wallace Sititi (Nuova Zelanda) – Meritato il titolo di rivelazione dell’anno assegnatagli in occasione dei World Rugby Awards: Sititi è esploso al centro della scena internazionale in estate, ma ha portato quell’incredibile stato di forma anche a novembre. Giocatore dalla cilindrata straordinaria, capace di portare il pallone come pochi altri in questo momento. Un Ardie Savea di 22 anni, più forte di Ardie Savea a 22 anni.
5 Nick Frost (Australia) – Non è solo la qualità del gioco nello spazio ad essere cresciuta nel corso di questo anno per l’Australia, ma anche il lavoro che sono in grado di fare gli avanti nelle fasi statiche e in giro per il campo. Nick Frost in questo si è dimostrato cruciale per i Wallabies nelle Autumn Nations Series: placcatore instancabile, portatore efficace, sostegno onnipresente grazie a una mobilità e a un atletismo non comuni, come ha dimostrato anche in occasione della meta segnata al Galles.
4 Eben Etzebeth (Sudafrica) – Il Sudafrica ha pochi giocatori in questo XV in relazione ai risultati. Il motivo è che uno dei grandi meriti di Rassie Erasmus e del suo staff è stato quello di continuare a vincere pur ruotando consistentemente i giocatori tra una gara e l’altra. Eben Etzebeth, però, le sue tre gare da titolare le ha ottenute, a testimonianza della difficoltà nel sostituire un giocatore che fa tutto quel lavoro. Etzebeth non è solo placcaggi duri e grandi cariche, ma è soprattutto lavoro sporco. Si spende per stoppare i calci, si spende per salire ed essere il primo placcatore sui box kicks e in tutta una serie di altri impieghi oscuri che non figurano sul foglio delle statistiche, ma che lo rendono un giocatore pazzesco e insostituibile.
3 Tyrel Lomax (Nuova Zelanda) – Lomax si prende la palma di miglior pilone destro delle Autumn Nations Series anche un po’ per premiare tutta la prima linea e il pacchetto di mischia degli avanti neozelandesi, che si sono dimostrati in questo novembre forse la miglior mischia ordinata del momento a livello planetario.
2 Peato Mauvaka (Francia) – Sia nel club che in nazionale, il caledoniano Mauvaka ha ormai sopravanzato Julien Marchand come prima scelta nel ruolo di tallonatore. Merito della sua eccezionale presenza a tutto campo. Mettete che si somigliano un po’ fisicamente e, soprattutto, che si muovono alla stessa maniera: Yoram Moefana e Peato Mauvaka sembrano a tratti lo stesso giocatore. La Francia ha un tallonatore che si esprime alla grande nelle fasi statiche, ma che fuori gioca quasi come un primo centro.
1 Angus Bell (Australia) – Con Andrew Porter che sta cominciando a denunciare un po’ di usura, il suo primato come miglior pilone sinistro del mondo è pronto ad essere insidiato dal signor Angus Bell. Bell ha saltato tutta la stagione di Super Rugby e tutto il Rugby Championship per infortunio, ed è tornato a disposizione in questo mese di novembre. Riprendendosi la maglia numero 1 ha ricordato a tutti perché un ragazzo di 24 anni riesce a essere il titolare in prima linea dei Wallabies. Ha una stazza superiore alla media dei piloni sinistri, ma nonostante questo è onnipresente sul campo.
Lorenzo Calamai
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