URC, parla il CEO Martin Anayi: “L’ingresso delle sudafricane un successo su tutti i fronti”

Il rappresentante principale dello United Rugby Championship ha fatto un bilancio dei suoi 10 anni al timone della lega trattando molti temi importanti, con particolare riferimento all’impatto dei team provenienti dalla Rainbow Nation

URC, parla il CEO Martin Anayi: “L’ingresso delle sudafricane un successo su tutti i fronti”

Lo United Rugby Championship si prepara ad un weekend ricco di sfide molto attese e alla vigilia dell’ottavo turno di campionato ha parlato Martin Anayi, CEO della lega che raggruppa le squadre di Galles, Irlanda, Italia, Scozia e Sudafrica.

Nei dieci anni in cui è stato al timone di questo torneo, molte cose sono cambiate. Dal 2104 ad oggi infatti è mutata la denominazione, ma anche il format.

Prima Pro 12, poi Pro 14, adesso 16 squadre che competono per vincere uno dei titoli più ambiti della galassia ovale internazionale.

Nel corso dell’intervista rilasciata ai canali ufficiali dello URC, Anayi ha trattato molti argomenti, dall’ingresso delle squadre sudafricane, alla possibile fusione con la Premiership, fino all’espansione commerciale del campionato.

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Martin Anayi: “Un progetto che ha suscitato critiche da alcuni, ma sul campo le squadre hanno dato il loro meglio”

Martin Anayi, non ha dubbi sul suo risultato di cui va più fiero. Nel 2017 entrano ufficialmente due nuove formazioni e da lì lo sviluppo continua.

“Fu allora che coinvolgemmo le squadre sudafricane e creammo quello che poi è diventato United Rugby Championship”, dichiara. “Inizialmente, sono stati i Cheetahs e i Southern Kings a salire a bordo per formare il PRO14. Poi, quattro anni dopo, furono sostituiti da Stormers, Bulls, Sharks e Lions, per arrivare allo URC a 16 squadre. Si tratta di un progetto che ha suscitato critiche da alcuni, ma sul campo le squadre hanno dato il loro meglio, con gli Stormers di Cape Town che hanno vinto il primo titolo URC nel 2022 e sono arrivati ​​in finale l’anno successivo, mentre i Bulls of Pretoria si sono classificati due volte secondi. Per quanto riguarda questa stagione, ci sono tre squadre sudafricane che volano alto, con gli Sharks e i Lions che si uniscono ai Bulls tra i primi sei della classifica.”

Il beneficio economico proveniente dall’ingresso delle squadre sudafricane

Riflettendo sull’impatto delle sudafricane, Anayi ha detto: “Hanno avuto un enorme successo in termini di prestazioni e presenze, oltre che a livello finanziario e commerciale. Praticamente chiunque parli della loro presenza in campionato dirà di aver alzato lo standard della competizione dentro e fuori dal campo, con la prospettiva di continuare a farlo”.

Espandendo il discorso sul vantaggio finanziario, ha detto: “È un punto di svolta, sono milioni. Più della metà delle nostre entrate proviene dal Sud Africa attraverso la televisione e le sponsorizzazioni. Stanno inoltre fornendo più valore all’EPCR, attraverso la sponsorizzazione della Champions Cup da parte di Investec. È una parte enorme dell’economia del rugby per l’Europa”.

Per quanto riguarda la discussione che spesso si genera intorno ai lunghi viaggi, Anayi ha insistito: “I nostri costi sono molto limitati: abbiamo sostituito una partita italiana con una partita sudafricana. Le squadre dovevano già pagare per andare in Italia, quindi abbiamo semplicemente dato loro un sostegno in più per andare in Sud Africa. Non costa molto rispetto a quello che si guadagna. È un affare molto, molto buono.”

Lo sviluppo progressivo della ex Celtic League

Analizzando il suo decennio di lavoro, Anayi ha detto: “Abbiamo attraversato fasi. “Eravamo PRO12, PRO14, poi abbiamo avuto il Covid e da qui è nato URC. Sembra un percorso fatto a tappe e gli ultimi quattro anni sono stati forse i più solidi, solidi nel senso che abbiamo aumentato le presenze, il pubblico televisivo, i social media. Probabilmente i ricavi sono tre o quattro volte di più di dieci anni fa.”

La crescita in termini di diffusione del prodotto URC sui vari canali digitali era già stata certificata nel luglio scorso, quando Anayi era a Treviso per incontrare i referenti dei vari club. La spinta verso l’innovazione sembra essere un trend sempre in positivo.

“Abbiamo anche scoperto di essere entrati in contatto con un nuovo target di pubblico. Abbiamo lavorato molto duramente per cercare di trovare nuovi fan. Abbiamo assunto persone per interagire su canali che puntano a ragazzi di 13, 14 anni. Non guardano la TV lineare, guardano cose su YouTube. Quindi abbiamo investito molto nei nostri canali social, incluso il nostro canale YouTube. È cresciuto enormemente e possiamo dire che stiamo coinvolgendo un pubblico molto più giovane. Inoltre Abbiamo anche investito in un software chiamato Greenfly, che mette i contenuti nelle mani dei giocatori subito dopo la fine della partita. Ci sono 700 giocatori che l’hanno adottato. Tornano nello spogliatoio e abbiamo caricato tutte le loro foto della partita. Ciò significa che i giocatori che hanno i propri profili sui social media possono spingersi oltre”.

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La non fusione con la Premiership

Negli ultimi mesi, si è molto speculato su una possibile fusione tra l’URC e la Premiership inglese, ma Martin Anayi ha chiarito i dubbi.  “Non è una frustrazione. La gente potrebbe non saperlo, ma siamo nello stesso ufficio della Premiership Rugby a Londra. Abbiamo lo stesso comproprietario e investitore di minoranza in CVC, facciamo molto insieme. Siamo soci azionisti di EPCR e siamo incredibilmente vicini a loro. Probabilmente è da lì che deriva la maggior parte delle speculazioni. Parliamo sempre. Il più delle volte significa cercare di capire come fare migliori accordi televisivi insieme o come migliorare la Champions Cup e la Challenge Cup.”

Una collaborazione che serve per dare nuovi stimoli al rugby europeo, sempre più alla ricerca di una sostenibilità in equilibrio tra parte sportiva e parte economica.

“Vogliamo assicurarci di organizzare le migliori competizioni possibili. Ogni tanto, parliamo per capire se c’è altro che possiamo fare insieme. In questa fase, no, ma ogni volta che questo processo viene sottoposto a revisione non lo blocchiamo mai. Gli diamo sempre la dovuta credibilità. Ma, allo stesso tempo, le cose stanno funzionando davvero bene per URC su molti parametri e in molti modi. Il campionato URC ha fissato uno standard davvero elevato e non vogliamo fare nulla che sia dannoso per questo.”

Ha concluso: “Siamo seduti nello stesso ufficio della Premiership, ci vediamo ogni giorno, parliamo di un sacco di cose e occasionalmente cerchiamo di esplorare iniziative leggermente più basate sul formato, ma entrambi amiamo individualmente ciò che ci rende speciali. Avrebbe senso fare di più insieme in futuro, ma ciò potrebbe non significare necessariamente unire le leghe, potrebbe significare solo essere più allineati commercialmente o lavorare su iniziative che accrescono la base di fan.”

Cosa aspettarsi dal futuro

L’intervista è servita anche per ribadire che tutti i contratti televisivi sono in trattativa di rinnovo, come quello con lo sponsor principale, BKT.

Il focus di Anayi per il futuro però è sulle presenze. “La partecipazione è il cuore e l’anima di qualsiasi campionato o sport. Quello che vogliamo vedere, soprattutto in Galles, è che la partecipazione aumenti in percentuale a due cifre ogni anno nei prossimi due o tre anni. Se ci riusciamo, allora saremo in una buona posizione e non ci affideremo solo a un grande match per aumentare i numeri, ma piuttosto alla partecipazione di settimana in settimana. Questa è probabilmente l’unica cosa che vogliamo nei prossimi due anni. Se aumenta, penso che stiamo facendo un buon lavoro. Ad esempio, il Cardiff ha giocato contro il Connacht all’Arms Park la scorsa stagione ed è stato tutto esaurito. Quindi è possibile fare il pieno per le partite non di derby, è fattibile. Abbiamo solo bisogno che sia più spesso in tutta la competizione”.

Delineando un altro obiettivo, il CEO di URC ha concluso: “La classe di viaggio per le nostre squadre è qualcosa che dobbiamo affrontare: passare alla classe business per i viaggi in Sudafrica. I giocatori grandi hanno bisogno di spazio. In termini di logistica di viaggio, le partite della stagione regolare non sono un problema. Sappiamo di quei viaggi e prenotiamo molto tempo prima. È più quando si tratta delle gare ad eliminazione diretta che può essere difficile. Quindi, possiamo cambiare il nostro format in termini di lacune nei play-off. Possiamo accorciare la stagione regolare e forse iniziarla un po’ prima per darci una settimana in più tra semifinale e finale”.

Infine, c’è un altro pezzo del puzzle su cui ha messo gli occhi: il Galles. “C’è un nuovo CEO e presidente alla WRU, c’è un nuovo impulso e hanno un nuovo modello di finanziamento in arrivo. Lo sosteniamo fortemente. Ciò significherà che i club gallesi saranno competitivi nell’URC, che è probabilmente l’ingrediente mancante di cui abbiamo bisogno per far decollare davvero questa lega”.

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