Polemiche arbitrali, prestazioni al ribasso: in URC è il derby dello scontento

Brunello su Vedovelli: “Mai visto un fischio del genere”. La consapevolezza di Ruzza e Bortolami. Il primo confronto tra Benetton e Zebre non ha lasciato soddisfatto nessuno

Andy Uren nel derby di URC tra Zebre e Benetton – ph. Benetton Rugby

Sabato pomeriggio, al termine del primo derby natalizio di United Rugby Championship tra Benetton e Zebre, nessuno è uscito soddisfatto dallo stadio Monigo.

Non il Benetton, pur vincitore. I giusti sorrisi e pacche sulle spalle alla fine della partita si sono presto trasformati in sospiri di sollievo: una sconfitta tra le mura amiche avrebbe significato un duro colpo alle ambizioni di playoff che la squadra ancora coltiva.

Certo ambizioni illusorie se il Benetton continuerà ad esprimersi nel modo in cui ha fatto in casa contro la franchigia di Parma, come prontamente riconosciuto sia dal capo allenatore Marco Bortolami che dal capitano Federico Ruzza nelle dichiarazioni dopo la partita.

Non sono uscite soddisfatte le Zebre, che hanno accarezzato l’idea di espugnare Monigo e vincere per la prima volta un derby in era URC, ma che si sono giocate il successo con una gestione poco accurata dell’ultimo pallone della gara.

Non ne è uscito soddisfatto soprattutto il pubblico del rugby italiano, che attendeva con un certo grado di aspettativa un confronto che appariva più serrato che in passato e magari di livello superiore rispetto a certi precedenti.

Se la natura della partita poteva effettivamente far propendere per una gara non molto spettacolare, ci si attendeva quantomeno una partita giocata al massimo dalle due formazioni. Invece il primo derby di URC è stato soprattutto brutto e infarcito di errori, in particolare di natura prettamente gestuale: qualcosa che non si è visto in nessuna delle altre sfide nazionali del campionato, dove nessuna gara ha spiccato per spettacolo (rimangono in mente solo il secondo tempo di Leinster-Connacht e la bellezza di un Glasgow che ha stravinto un derby scozzese monotematico) ma parimenti nessuna è stata scarsa di contenuti tecnici come quella fra le due franchigie italiane.

Leggi anche: Zebre: addio a Ben Cambriani e Dylan DeLeeuw

Brunello: “Mai visto un fischio del genere”

Domenica il Gazzettino riportava le parole di un livido Massimo Brunello nel post-partita, che ha commentato così l’ultima azione della gara: “Nella mia carriera da allenatore non avevo mai visto fischiare un fallo come quello che ci è stato dato a pochi secondi dalla fine. Tante volte si parla delle Zebre o del Benetton che hanno giocato male ma credo che stavolta sia necessario dire che qualche scelta arbitrale non è stata valutata in maniera corretta – ha detto il tecnico – Rimane dunque l’amaro in bocca per la sconfitta ma anche la soddisfazione per l’ottima prestazione messa in campo.”

Uno sfogo su una direzione arbitrale non certo impeccabile (la quaterna arbitrale va aggiunta alla lista di coloro che sono usciti dal Monigo insoddisfatti), ma che, prima di un ultimo fischio che dalle immagini televisive rimane ingiudicabile, aveva preso la decisione più discutibile proprio in favore delle Zebre, assegnando la meta di Zambonin malgrado quello che sembra un “triplo movimento”, come lo ha definito a propria volta Marco Bortolami.

Alle Zebre rimane la consapevolezza di essere riuscita a portare il Benetton al limite grazie soprattutto ad un lavoro eccezionale nel punto d’incontro, dove è riuscita a togliere palloni e qualità nel possesso agli avversari. Certo se da una parte i parmensi possono prendere fiducia dalla capacità di difendersi e da una manovra offensiva che, nelle poche occasioni in cui si è messa in moto, è sempre stata efficace, dall’altra c’è da rammaricarsi per non aver sfruttato le occasioni capitate fino in fondo: nel primo tempo un erroraccio al passaggio di Garcia e un malinteso banale tra Licata e Drago hanno tolto loro due nitide occasioni da meta nei 5 metri avversari.

AAA Benetton: cercasi attitudine, attacco e abilità

Scarlets, Edinburgh, Connacht, Ulster e Benetton sono tutte a 18 punti in classifica, tra l’ottava e la dodicesima posizione, divise soltanto dalla differenza punti.

Un biglietto per la fase finale dello United Rugby Championship non è distante per i biancoverdi, che hanno tutte le carte in regola per provare a giocarsi un secondo accesso ai playoff consecutivo nel 2025.

Tuttavia quanto visto fino a questo momento in stagione è insufficiente e il derby è stata forse la peggiore prestazione dell’anno da parte della squadra.

Due aspetti in particolare hanno colpito: una attitudine ben distante da quella proposta una settimana prima contro il Bath, dove le cose non sono andate brillantemente bene, ma dove la vittoria è arrivata grazie soprattutto a una fame e a una voglia superiori a quelle dell’avversario; un attacco che spara a salve, condizionato da continui errori gestuali ma che anche a livello strutturale sembra mancare dello smalto delle stagioni passate.

Questo secondo elemento è qualcosa che il Benetton si sta portando dietro da tutto l’anno e dentro il quale si accumulano una serie di altri elementi: una differenza nel momento di forma dei giocatori rispetto alla stagione scorsa, poca continuità nell’avere a disposizione la rosa al completo, l’accumularsi degli infortuni.

Otto partite, più due di Champions, sono a questo punto un campione statistico abbastanza rilevante per individuare una tendenza. Seguendola la stagione del Benetton, quantomeno quella di URC, non potrà finire bene. Non ci sarà un clic improvviso che permetterà alla squadra di ritrovare la forma della scorsa stagione, l’ottavo posto non calerà dall’alto per semplice blasone o per grandezza del budget investito. Serve rimboccarsi le maniche e cambiare direzione a partire da sabato 28 dicembre: l’obiettivo stagionale è sul filo del rasoio.

Lorenzo Calamai

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