Il Presidente Federale fissa anche la data in cui verrà presa la decisione, con una precisazione: “Se non saremo convinti delle proposte continueremo a condurre la Franchigia come proprietari al 100%”
In occasione dei cento giorni dall’inizio del suo mandato e in vista del Sei Nazioni 2025, dove l’Italia dovrà confermare i risultati di un’annata storica, il Presidente della Federazione Italiana Rugby Andrea Duodo ha fatto il punto della situazione in una lunga intervista all’ANSA, toccando tutti i principali argomenti di interesse del rugby italiano: dal campo – rinnovando la grande fiducia riposta nel tecnico Gonzalo Quesada e nei ragazzi – alla situazione delle Zebre, fino alle Accademie e al rugby di base.
In particolare, sulla questione Zebre il Presidente federale ha spiegato che durante il Consiglio del 7 febbraio verrà presa una decisione e che nel caso le proposte non dovessero essere convincenti la Federazione si riserva la possibilità di condurre la Franchigia come proprietaria al 100% riducendo però il budget. Inoltre, Duodo ha chiarito la ferma volontà di continuare ad avere due franchigie: “Non abbiamo mai considerato l’eventualità di rinunciare ad avere due squadre italiane in URC”.
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Il Presidente federale ha cominciato parlando del successo di vendite dei biglietti per le partite casalinghe del prossimo Sei Nazioni: “Oltre centodiecimila biglietti già venduti per le tre partite interne della Nazionale Maschile con Galles, Francia e Irlanda, tre grandi appuntamenti per noi e per i nostri partner, un fantastico momento di promozione per il nostro movimento. Da rugbista non vedo l’ora, da Presidente federale posso dire che abbiamo grande fiducia in Gonzalo Quesada e in una squadra giovane, che ha il Mondiale del 2027 come obiettivo di lungo termine. Ma non dimentico i problemi sia economico-finanziari che di sviluppo del movimento rugbistico italiano, difficoltà che insieme al Consiglio ci siamo trovati a gestire all’indomani dell’elezione”.
Duodo ha poi messo l’accento sull’aspetto economico: “Oggi dobbiamo fare i conti con la realtà, e la realtà è che nel 2024 la Federazione ha una previsione di chiusura con un passivo di dieci milioni di euro, un’eredità pesante, di cui eravamo consapevoli nel momento in cui abbiamo deciso di sfidare la precedente governance. Il movimento ci ha dato fiducia, il primo obiettivo è quello di riportare il bilancio federale in acque sicure, ricreare le condizioni per poter investire sul rugby di base che, nello scorso quadriennio, è stato abbandonato a sé stesso. Abbiamo trovato un grave passivo economico, e un movimento in grave sofferenza per quanto riguarda la base, le bambine e i bambini che devono far vivere il rugby sui campi di tutta Italia. Una bellissima pianta, che ha bisogno di rimettere radici. Chi mi ha preceduto aveva promesso di rilanciare il rugby di base, la realtà è stata ben diversa”.
“Nella vita faccio il dottore commercialista, consulente aziendale e sindaco/revisore dei conti, ma non è necessario essere dei grandi analisti per capire che perdite di nove milioni registrate nel 2023 e di dieci milioni stimate nel 2024 siano una strada verso il baratro. L’incidenza costi/ricavi 2023 è stata del -28%, la peggiore tra le grandi Nazioni di rugby: il primo obiettivo per il 2025 è riequilibrare il delta tra entrate e uscite. Alzare i ricavi e limitare gli sprechi, che ci sono stati” ha proseguito il Presidente federale: “La squadra di governo che mi affianca, con alcuni colleghi commercialisti e figure imprenditoriali e manageriali di grande esperienza, ha come obiettivo primario l’approvazione di un Preventivo 2025 con una perdita sensibilmente più contenuta, in grado di garantire sostenibilità e continuità alla nostra Federazione. Uno sviluppo trasparente e sostenibile della Federazione è quanto abbiamo promesso alle Società, il nostro primo portatore d’interesse, e manterremo questa promessa. Nei primi cento giorni abbiamo già realizzato gli obiettivi che avevamo inserito nel nostro cronoprogramma e che non comportavano investimenti: per quelli, è necessario tempo. Prima portiamo la nave FIR in un porto sicuro, poi ricominceremo ad investire. Nel frattempo lavoriamo duramente all’aumento delle risorse, fondamentali per aprire una nuova stagione di crescita”.
Duodo ha poi toccato un altro argomento “caldo”, la possibile cessione delle Zebre con l’apertura alle manifestazioni d’interesse tra i privati: “La sostenibilità è il primo requisito. Oggi le Zebre costano troppo per FIR. e, sia sportivamente che commercialmente, producono poco, drenando risorse che potremmo investire sul movimento e sul rugby di base. Non ce lo possiamo permettere, molto semplicemente. Padova, Roma, Milano, la stessa Parma: non so dirle oggi dove giocheranno le Zebre nella prossima stagione, o come si chiameranno. Ma una cosa la garantisco: dal 2025/26 la Franchigia dovrà essere solida e sostenibile, anche se gli effetti concreti sul bilancio federale li avremo solo dal 2026”.
La possibilità di inviare proposte è aperta fino al 15 gennaio, dopodiché bisognerà prendere una decisione, come spiega Duodo che non esclude anche la possibilità che sia ancora la Fir a gestire le Zebre: “Al Consiglio del 7 febbraio potremo capire quale strada prendere. Con una precisazione: se non saremo convinti delle proposte, se avremo dubbi sulla sostenibilità, continueremo a condurre la Franchigia come proprietari al 100%. Ma dovremo ridurre il budget, riducendo l’intervento federale dagli oltre sette milioni di euro attuali a meno di cinque, con l’obbiettivo di avere più risorse dal 2026 da investire sul movimento. Le Zebre devono essere più funzionali a produrre atleti per la Nazionale, e possono farlo con un costo inferiore a quello attuale, senza in alcun modo voler rinunciare a due squadre italiane in URC: non è un’eventualità che abbiamo mai considerato. Anche qui, l’eredità raccolta è pesante, ma siamo intenzionati a cambiare le cose. Anzi, le abbiamo già cambiate in questi primi cento giorni”.
Il Presidente Duodo ha poi parlato anche della neonata Lega Rugby: “Ai Presidenti di Serie A Elite Maschile era stato promesso molto dalla governance precedente, e non è stato mantenuto nulla. Noi ci eravamo impegnati a riconoscere la Lega, lo abbiamo fatto al primo Consiglio Federale. È il primo passo di una collaborazione necessaria al rilancio del massimo campionato italiano come prodotto. Il secondo dovrà essere la delega organizzativa alla Lega per la stagione 25/26. Il rilancio di tutti i campionati nazionali, maschili e femminile, sono una nostra priorità. Ma sul fronte interno c’è molto altro da fare, dando nuova linfa al rugby di base, che a noi piace chiamare community rugby, avvicinando più ragazze e ragazzi al nostro sport che, più di altri, non è riuscito a recuperare i numeri pre Covid. Nessuna bacchetta magica, nessun uomo solo al comando ma una squadra di governo unita, pronta al confronto: stiamo ascoltando i Club, il territorio, riformeremo i Comitati Regionali dando loro maggiori strumenti e maggiore autonomia. Abbiamo garantito gli Stati Generali come momento di dibattito e confronto, l’impegno rimane immutato”.
La base, come specificato più volte, è uno dei temi più importanti per Duodo: “Abbiamo perso tesserati, abbiamo perso società, ci siamo allontanati dal territorio negli ultimi quattro anni. Stiamo cambiando le cose, dovremo rivedere il modello di formazione d’alto livello, ottimizzarlo, abbassare i costi e rialzare la qualità che abbiamo perso rinunciando all’Accademia Nazionale e istituendo le Accademie U23 a Parma e Treviso che, esperienza alla mano, chiuderemo a giugno 2025. Nei prossimi mesi avremo più chiaro il progetto tecnico di alta prestazione che rappresenterà la bussola da seguire nei prossimi anni. Nel frattempo, abbiamo iniziato una revisione dell’Area Tecnica, perché attività internazionale e nazionale possano finalmente viaggiare alla stessa velocità. Una sfida ambiziosa, anche per la situazione economica ereditata.
“Da un lato, abbiamo ricollocato come direttore sportivo dell’alto livello Franco Ascione, già dirigente della Federazione, a cui abbiamo chiesto un progetto strategico di mandato che ottenga il massimo con le risorse oggi disponibili. Al contempo abbiamo istituito un Dipartimento Rugby Nazionale, coordinato dal Responsabile Tecnico Daniele Pacini. Ad entrambi abbiamo assegnato obiettivi ambiziosi: rendere sostenibile un modello tecnico che produca i migliori risultati possibili, in termini di high performance, di crescita del movimento, numerica e culturale. Parola d’ordine qualità. anche questa è sostenibilità, trasparenza, un cambio di paradigma rispetto al recente passato” ha proseguito il Presidente.
Duodo ha chiuso ricordando un altro grande appuntamento, il lancio globale del Sei Nazioni, che per la prima volta si terrà in Italia, il 21 gennaio a Roma: “Il 21 gennaio ospiteremo per la prima volta il lancio globale del Torneo a Palazzo Brancaccio, preceduto dalla premiere della seconda stagione della serie Netflix Six Nations: Full Contact in Piazza della Repubblica. Roma sarà, per un giorno, il polo d’attrazione del rugby mondiale. Poi, l’1 febbraio, il debutto in Scozia e la settimana dopo all’Olimpico la prima in casa contro il Galles: confermare i risultati del 2024 sarà difficile, ma in Gonzalo Quesada abbiamo un grande allenatore, e soprattutto un uomo profondamente concentrato sullo svolgere al meglio il proprio lavoro, nel guidare questa Nazionale ai traguardi più alti che può raggiungere. Da tifoso della Nazionale, prima che da Presidente, non potrei chiedere di più”.
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