Due vittorie, un po’ di dubbi e la Champions alle porte: Benetton, cosa resta di questi due derby?

Servivano due successi e sono arrivati, tra cose buone e altre invece da migliorare

Due vittorie, un po' di dubbi e la Champions alle porte: Benetton, cosa resta di questi due derby? (ph. Benetton Rugby)

Due vittorie, un po’ di dubbi e la Champions alle porte: Benetton, cosa resta di questi due derby? (ph. Benetton Rugby)

Due vittorie dovevano essere, due vittorie sono arrivate: il Benetton ha fatto il suo, portando a casa 9 dei 10 punti disponibili nei due derby contro le Zebre.

Da un lato, i biancoverdi hanno dimostrato ancora una volta grande capacità di risolvere partite complicate, conquistando entrambe le sfide nel finale (la prima addirittura oltre l’80’), dall’altro – per la differenza di qualità ed esperienza che intercorre tra le due formazioni – ci si aspettava molto di più dalla squadra di Bortolami, vincente ma non bellissima e a tratti in difficoltà contro i ragazzi di Brunello.

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Spalle al muro

Tra gli aspetti sicuramente positivi c’è la grande reazione nel momento più difficile: in 13 e con le Zebre che sembravano in grande fiducia dopo un secondo tempo fino a quel momento dominato, il Benetton ha tirato fuori una reazione furiosa, da grande squadra. L’azione che porta alla meta del 17-12 è devastante per potenza fisica e per ritmo imposto, al punto che nel corso delle fasi le Zebre restano a loro volta in 13 a causa di 2 infortuni uno dopo l’altro. Tanto merito va anche a Nacho Brex, che appena entrato ha rimesso a posto un po’ di cose nell’attacco biancoverde, da regista del reparto trequarti quale ormai è a Treviso e in Nazionale, ma tutti i giocatori sono stati in grado di dare qualcosa in più rispetto a quanto fatto vedere fino a quel momento.

Quando è spalle al muro il Benetton si trasforma: era successo contro Bath, era successo nel primo derby quando per le Zebre sembrava ormai fatta, è successo anche al Lanfranchi. Gli ultimi 20 minuti sono stati un capolavoro di gestione: prima in 13 contro 15, poi in 14, il Benetton ha nascosto il pallone alle Zebre, ha giocato sempre nella metà campo avversaria senza concedere nulla e alla fine – quando poteva buttare fuori il pallone e chiuderla lì – è andato a prendersi di forza anche il punto di bonus.

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Dubbi

Due vittorie, sì, ma considerando la qualità superiore del Benetton – che ha affrontato le Zebre con le due migliori formazioni possibili al netto degli infortunati di giornata – era lecito aspettarsi qualcosa di più dal punto di vista del gioco. Certo, grande merito va alla squadra di Massimo Brunello, capace di ingabbiare per bene i biancoverdi in entrambe le partite (soprattutto la prima), ma il Benetton è riuscito ad essere davvero dominante – paradossalmente – solo negli ultimi minuti del secondo derby, in inferiorità numerica.

A questo punto, più che una questione puramente tecnico/tattica, non è da escludere anche l’aspetto mentale: del resto negli anni Marco Bortolami ha dovuto affrontare problemi simili, si pensi al “blocco” delle trasferte che per un paio di stagioni ha portato il Benetton a vincere pochissimo lontano da Monigo. Anche a Parma l’impressione è stata questa. Il Benetton è partito fortissimo, scaricando sulle Zebre tutta la frustrazione della brutta prestazione dell’andata e mettendole alle corde. Dopo le due mete sfiorate, con Smith che prima perde il pallone a un centimetro dalla meta e nella seconda occasione viene preso per la targa da Bertaccini, i biancoverdi hanno rischiato di perdere di mano la partita, come dimostra anche il visibile nervosismo di alcuni giocatori dopo ogni errore.

L’impressione è che il Benetton abbia giocato al massimo delle sue possibilità solo a tratti nel corso della stagione. Certo, ha inciso l’aver ritrovato i nazionali più tardi dopo la lunghissima stagione 2023-24, ma partite come quella contro Bath in Champions, Sharks in campionato e anche gli ultimi minuti contro le Zebre dimostrano le grandissime potenzialità dei biancoverdi, capaci di prendere in mano la partita nei momenti più difficili. Si entra però nella fase più difficile della stagione: le sfide di Champions contro Bristol e La Rochelle saranno decisive per ottenere una storica qualificazione agli ottavi, e poi bisognerà superare indenni il momento più complicato di ogni anno, quello del Sei Nazioni, quando da Treviso parte ogni anno metà del gruppo azzurro.

Francesco Palma

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