Sono mancati i dettagli, quelli che alla fine fanno la differenza, dopo due prestazioni di livello contro una squadra sulla carta più forte
Un’impresa intravista, sfiorata e poi sfuggita, per ben due volte. È stata una settimana particolare quella delle Zebre, che hanno mancato per pochissimo il colpo che avrebbe potuto cambiare la stagione, perché battere il Benetton avrebbe significato tantissimo. La vittoria non è arrivata, sono mancati i dettagli, quelli che fanno la differenza è che ancora mancano alle Zebre per fare il definitivo salto di qualità ed essere realmente competitive a livello URC.
Non manca molto, perché la squadra di Brunello ha fatto due partite di livello contro una squadra piena di internazionali e che da anni lotta stabilmente per i playoff, due partite che un anno fa non sarebbero state nemmeno immaginabili. Ma a questo livello basta davvero una virgola per vincere o perdere una partita: era già successo con i Lions, con quel 9-10 che ha lasciato tantissimi rimpianti dopo una partita giocata meglio dei sudafricani, e anche contro Lione in Challenge Cup.
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Prestazioni e risultati
È innegabile che la franchigia di Parma sotto la guida di Massimo Brunello e del suo staff abbia fatto un notevole passo in avanti dal punto di vista del gioco e della tenuta del campo. Anche i due derby col Benetton non hanno fatto eccezione, anzi: le Zebre hanno imbrigliato per lungo tempo l’attacco dei biancoverdi, mettendoli poi in difficoltà nel gioco aperto e nel complesso giocando due partite alla pari contro una formazione sulla carta più forte e con maggiore esperienza internazionale. In più, si vedono dei miglioramenti importanti anche dal punto di vista individuale: giocatori come Giacomo Ferrari e Tommaso di Bartolomeo e Bautista Stavile hanno fatto un ulteriore salto di qualità, Licata sembra tornato ai suoi livelli migliori, Fischetti è sempre più un leader e Geronimo Prisciantelli è ormai un elemento imprescindibile.
C’è sempre un “però”, ed è rappresentato dai risultati finali. Nelle due partite alla fine è arrivato un punto di bonus, poco rispetto a quanto fatto vedere in questi 160 minuti. Certo, di fronte c’era il Benetton che quando c’è da portare a casa delle partite “sporche” non si fa pregare e ha una grandissima capacità di tirare fuori il 110% quando è spalle al muro, ma l’impressione è che almeno uno dei due derby potesse essere portato a casa dalle Zebre.
I dettagli mancati
Il primo derby è stato perso a causa di una gestione davvero troppo rischiosa dell’ultimo possesso. Chiaro, col senno di poi e davanti al pc è molto più facile parlare, ma quella di mantenere palla a 5 metri dalla propria linea di meta, sotto i propri pali, si è rivelata una scelta errata, soprattutto sapendo che di fronte c’era una squadra che in questi frangenti si esalta ed è in grado di risolvere la partita in qualunque momento e in qualsiasi modo. E poi, per fare quel tipo di mantenimento in quella zona del campo serve un’esperienza che al momento le Zebre non hanno. I rimpianti ci sono, perché pur in una partita piena di errori da entrambe le parti le Zebre erano riuscite a trovare la quadra per arrivare all’80’ in vantaggio, e analizzando la partita nel complesso avrebbero forse meritato di più di portarla a casa. Brunello e Dolcetto avevano fatto un capolavoro a livello tattico, imbrigliando il Benetton e depotenziando i giocatori più pericolosi, ma a questi livelli basta un niente per fare la differenza.
Il secondo derby, invece, da un lato pur avendo visto le Zebre in vantaggio è parso nel complesso maggiormente indirizzato verso un Benetton ben più cattivo e arrembante rispetto al match di Monigo, dall’altro però aveva comunque visto la squadra di Brunello condurre fino al 60′, quando si è ritrovata con 2 uomini in più. Cosa sia successo negli ultimi 20 minuti è difficile da spiegare. Più che mentale, l’impressione è che il crollo sia stato soprattutto fisico: anche se in quel momento erano in 13, i biancoverdi hanno dimostrato di avere molta più benzina in corpo, come si è visto nell’azione della meta del sorpasso. Lo dimostrano anche le scelte successive: le Zebre non hanno cercato di sfruttare la superiorità numerica al largo – cosa che riesce loro bene anche in 15 contro 15 – ma hanno provato a risalire il campo al piede, senza riuscirci, come se non ne avessero più.
Alla fine, le prestazioni si sono dimostrate più che sufficienti. Come detto, le Zebre stanno bene in campo, sanno quello che devono fare, forse sbagliano un po’ troppo individualmente ma hanno fatto quel primo passo che serviva. Per fare il secondo, quello più importante, serviranno però i risultati.
Francesco Palma
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