Italia, Veronica Madia: “Con Roselli prima impressione positiva. Il momento è delicato e dobbiamo lavorare duro”

La numero 10 azzurra: “Mancano solo 3 mesi al Sei Nazioni e 7 mesi al Mondiale, ma col nuovo tecnico stiamo provando cose nuove e stanno funzionando”

Italia, Veronica Madia: "Con Roselli prima impressione positiva. Il momento è delicato e dobbiamo lavorare duro" (ph. Sebastiano Pessina)

Italia, Veronica Madia: “Con Roselli prima impressione positiva. Il momento è delicato e dobbiamo lavorare duro” (ph. Sebastiano Pessina)

È cominciato il nuovo ciclo dell’Italia femminile con Fabio Roselli al timone delle Azzurre, che dovranno preparare un 2025 che si prospetta davvero impegnativo: prima il Sei Nazioni a marzo e aprile, poi la Rugby World Cup 2025 tra agosto e settembre. Il tempo è poco ma c’è tanta fiducia nel progetto, come racconta dal raduno di Roma Veronica Madia, numero 10 dell’Italia e del Colorno.

Leggi anche: Il calendario delle partite del 2025 della Nazionale Italiana Femminile di rugby

Veronica, una prima impressione su questo primo raduno con il nuovo tecnico?

“Siamo partite molto bene, siamo molto cariche e ci stiamo allenando bene. La prima impressione con Roselli è stata positiva: si è reso conto di essere arrivato in un momento delicato, del resto un cambio è sempre un cambio. Stiamo imparando a conoscerlo e ci sta proponendo delle cose che per il momento sembrano funzionare fin da subito, quindi siamo contente”.

Questo cambio in corsa modifica in qualche modo gli obiettivi del 2025?

“Gli obiettivi non cambiano. Anzi, Roselli ci ha fatto capire subito che abbiamo 7 mesi per lavorare bene e per arrivare al nostro obiettivo primario, che è il Mondiale. Questo non vuol dire che stiamo sottovalutando il Sei Nazioni, che resta – anzi – l’altro nostro obiettivo principale”.

Quali sono quindi gli obiettivi per il Sei Nazioni?

“L’obiettivo è vincere tutte le partite alla nostra portata. Ovviamente scendiamo sempre in campo per portare a casa la partita, ma ovviamente sappiamo che avversarie come l’Inghilterra sono particolarmente complicate. A livello di risultati un obiettivo fattibile può essere il terzo posto. Ovviamente l’altro obiettivo è avere una crescita costante. Il cambio di allenatore ci porterà ovviamente a cambiare delle cose in campo, sappiamo che soprattutto all’inizio faremo tanti errori e non tutto potrà funzionare fin dalla prima partita, perché abbiamo poco tempo e pochi raduni prima del Sei Nazioni. Questa però non dovrà essere in alcun modo una giustificazione, come detto l’obiettivo è vincere tutte le partite alla nostra portata: chiaramente, potendo stare insieme tanto tempo il Sei Nazioni rappresenta anche un’opportunità di crescere giorno dopo giorno”.

A fine agosto inizierà il Mondiale: quale sarà l’obiettivo?

“Superare il girone, anche perché detto francamente non ci è andata così male con il sorteggio, quindi è un obiettivo alla portata. Sfideremo una squadra che non abbiamo mai affrontato (il Brasile, ndr), una che abbiamo battuto più volte (il Sudafrica, ndr) e apriremo il girone contro la Francia, una squadra che abbiamo battuto al Sei Nazioni ma che al Mondiale non si fa mai trovare impreparata. Noi però faremo altrettanto, e il fatto che sia la prima partita potrebbe aiutarci”.

Sono tante le ragazze giovani invitate a questo raduno, chi ti ha fatto la migliore impressione?

“Eh difficile perché ormai per me sono tutte giovani (ride, ndr)”

Diciamo tra quelle che non hanno ancora esordito…

“Da numero 10 ho visto delle buone potenzialità in una ragazza che con l’Under 20 ha giocato mediana di mischia, Alia Bitonci. È una delle ragazze che secondo me piano piano potrebbe avere le sue possibilità, lavorando duro. Anche questo ambiente le farà bene e le farà capire qual è la strada che vorrà intraprendere in futuro”

Nell’ultimo anno c’è stata una staffetta abbastanza intensa tra te ed Emma Stevanin nel ruolo di apertura. È una cosa che ti motiva?

“Credo che la concorrenza sia sempre giusta e motivante, poi ovviamente gli allenatori fanno le loro valutazioni e decidono chi gioca, le scelte tecniche non si discutono. Io voglio un bene dall’anima a Emma e non c’è alcuna rivalità. Ovviamente quando non gioco titolare rosico (ride, ndr) ma è una cosa positiva, il giorno in cui non la proverò più vorrà dire che non avrò più niente da dare. Finché mi sentirò così significa che posso ancora dare il mio contributo”.

Francesco Palma

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