In una intervista il presidente federale suggerisce alcune novità per il prossimo futuro, da una massima serie a 12 squadre al ritorno dei club italiano alle competizioni internazionali
Il presidente della Federazione Italiana Rugby si è detto decisamente ottimista sulla possibilità di riuscire a portare in Italia il prossimo World Rugby U20 Championship, il mondiale giovanile che ogni anno vede le 12 migliori nazionali under 20 del mondo sfidarsi.
Sarebbe un ritorno, quello della competizione sul suolo italiano, già battuto nel 2011 e nel 2015. Avrebbe dovuto tornarci già nel 2020, ma poi la pandemia costrinse alla cancellazione di quella edizione e delle due successive. Nel 2022 l’Italia ebbe comunque il piacere di poter ospitare a Treviso le Summer Series, una sorta di mondialino di riparazione con le sei squadre del Sei Nazioni, il Sudafrica e la Georgia. Nel 2023 e nel 2024, poi, il mondiale U20 si è tenuto in Sudafrica.
In una intervista concessa a La Gazzetta di Mantova, Duodo ha detto: “Le possibilità di rivedere il mondiale U20 in Italia sono molto buone. Sono molto ottimista. Stiamo aspettando una risposta che spero possa arrivare a breve e organizzare le varie sedi.”
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Nel 2011 si giocò in Veneto: Rovigo, Treviso e Padova ospitarono il torneo vinto dalla Nuova Zelanda di Beauden Barrett. Nel 2015 fu la volta di Parma, Viadana, Calvisano e Cremona, dove si giocò la finale tra Nuova Zelanda e Inghilterra. Per l’eventuale 2025 il presidente federale si è limitato a citare Viadana come una possibile opzione per ospitare alcune partite.
Non è la sola novità per il prossimo futuro che il numero 1 FIR ha ventilato nella sua intervista: “In futuro mi piacerebbe che la Serie A Elite maschile avesse 12 squadra – ha detto – Bisognerà fare un lavoro importante per renderla sempre più attrattiva anche per la TV.”
Ha aperto anche la strada a un ritorno dei club italiani alle competizioni internazionali: “Lo scorso novembre si è insediato il nuovo governo di Rugby Europe e abbiamo inviato la nostra proposta. Ovviamente servirà la collaborazione di Spagna, Portogallo, Romania e Georgia. I tempi non saranno celeri ma continueremo a lavorarci.”
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