Il seconda linea riparte dai successi di Champions piuttosto che da quelli della scorsa edizione
Da domenica 19 gennaio l’Italia è in raduno a Roma, dove ha iniziato la marcia di avvicinamento al Sei Nazioni 2025.
I 30 Azzurri convocati ci sono arrivati dopo essere stati reduci dall’ultima giornata della fase a gironi delle coppe, con tanti giocatori scesi in campo nelle precedenti 48 ore su tanti campi diversi.
Non pochi dei presenti reduci anche da prestazioni importanti, magari condite da una meta, come quella che ha segnato Niccolò Cannone per il Benetton contro La Rochelle a Monigo, sabato scorso: “Vedere compagni di squadra che giocano partite importanti, facendo buone prestazioni e magari anche segnando, com’è successo a tanti Azzurri questo fine settimana è sempre positivo – racconta – Porta tanto entusiasmo in squadra e porta i nostri colori in alto in giro per il mondo. Sono sempre fiero di un compagno che si mette in mostra e questo fine settimana è stato positivo per tanti motivi.”
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L’Italia torna a lavorare dopo due finestre di partite internazionali un po’ altalenanti, ma nella testa dei tifosi c’è ancora il Sei Nazioni del 2024, il migliore di sempre per i colori azzurri.
Secondo Cannone, però, sarebbe sbagliato ripartire da quei risultati: “Questo Sei Nazioni è diverso. Non lo confrontiamo con quello dell’anno scorso, questo è un anno nuovo, con nuove sfide, nuove squadre.”
“Iniziamo con la partita in Scozia, spero di farne parte, sappiamo che sarà qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che abbiamo affrontato un anno fa. Ripartiamo da zero, con tanta umiltà e tanta voglia di lavorare.”
Poi, una riflessione sulla propria crescita e sul proprio ruolo in campo, alla vigilia dei primi impegni internazionali del 2025: “Penso di essere un giocatore solido, che ama lavorare duro in campo e perché no, anche fare il lavoro oscuro. Non nego che piacerebbe anche a me segnare mete con una galoppata da 40 metri, spero di avere l’opportunità di farle – ride – ma sono anche cosciente che è difficile per un giocatore del mio ruolo e con le mie caratteristiche.”
“Amo però tutta quella parte del gioco che ha a che vedere con il contatto: placcaggi, portare la palla, pulire i punti d’incontro. Credo di aver migliorato tutte queste caratteristiche nel corso degli anni e oggi mi sento migliorato sotto tutti gli aspetti.”
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