Simone Gesi: “Sarà un Sei Nazioni difficile, ora tutti sanno di cosa siamo capaci. Con Brunello ho lavorato tanto in difesa”

L’ala delle Zebre: “Scozia pericolosissima in attacco, Russell può inventare qualsiasi cosa. Spero di conquistare un altro cap”

Simone Gesi: "Sarà un Sei Nazioni difficile, ora tutti sanno di cosa siamo capaci. Con Brunello ho lavorato tanto sulla difesa"

Simone Gesi: “Sarà un Sei Nazioni difficile, ora tutti sanno di cosa siamo capaci. Con Brunello ho lavorato tanto sulla difesa”

Sarà il Sei Nazioni di Simone Gesi? Chissà. L’ala delle Zebre è ormai da 2 anni stabilmente nel gruppo azzurro, pur avendo conquistato un solo cap, nel 2023 proprio a Edimburgo contro la Scozia. La concorrenza nel ruolo è spietata: Capuozzo, Ioane, Trulla, Gallagher. Conquistarsi un posto nei 23 è sempre difficile, ma Gesi sa di potersi giocare le sue carte: “La competizione è davvero alta, e questo porta a migliorarsi costantemente. Cerco di valorizzare i miei punti di forza e contemporaneamente prendere spunto dai ragazzi che giocano a un livello più alto del mio. Personalmente il mio obiettivo è conquistare un altro cap”.

Sul Sei Nazioni, Gesi ha confermato quanto dichiarato da Quesada e Lamaro alla vigilia: “Ce lo siamo detto anche all’inizio di questa settimana. Sarà un Sei Nazioni più difficile, ora tutti sanno di cosa siamo capaci e saranno attentissimi su ogni aspetto del nostro gioco. Questo significa che dovremo essere ancora più precisi e concentrati su ciò che facciamo, utilizzando bene tutto il tempo che abbiamo a disposizione. La Scozia ha tanti punti di forza, il principale è sicuramente l’attacco, con due ali (Van der Merwe e Graham, ndr) bravissime a finalizzare e Finn Russell che può inventare qualsiasi cosa, non puoi prevedere ciò che farà. Dovremo fare molta attenzione in difesa”.

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Proprio la difesa è l’aspetto sul quale Simone Gesi è parso più migliorato, soprattutto in questa stagione: “Merito di tutti gli allenatori che ho avuto in Nazionale e alle Zebre. Quest’anno ci ho lavorato in maniera particolare con Brunello, che ti dà quella carica emotiva per fare sempre meglio e trasmette la sua voglia di andare a contatto. Sicuramente il fatto che abbia già allenato buona parte del gruppo delle Zebre in Under 20 ha contribuito rendere più semplice il cambio di allenatore, che spesso può essere un passaggio complicato. Lui ha un carisma incredibile, ti spinge ad andare sempre avanti, a non farti sopraffare fisicamente anche se magari gli avversari sono superiori”.

Inevitabile un accenno sulla strepitosa vittoria delle Zebre contro Ulster: “L’abbiamo vista in raduno. Sono veramente felice, è stato un momento molto emozionante. Sono vittorie che danno energia e positività a tutto il gruppo”.

A due anni dall’esordio a Edimburgo, Simone Gesi spera di tornare sul luogo del primo cap in Nazionale: “Il mio esordio è stato proprio con la Scozia due anni fa, uno dei palcoscenici più belli dove giocare sia per il pubblico sia per l’importanza della partita. In questi 2 anni sono maturato tanto a livello di gioco, sono più sicuro su alcuni aspetti, soprattutto su aspetti come il contatto fisico e la difesa. Ho lavorato tanto anche sul gioco al piede, che non usavo molto all’inizio della mia avventura con le Zebre. Mi sento più sicuro di me anche come persona, sono stati due anni di crescita: le tante partite sono servite”.

E sulle sue qualità in attacco: “Ho iniziato a giocare a rugby a 7 anni, non sono mai stato un gigante, quindi ho sviluppato questa abilità di non andare direttamente a contatto ma cercare lo spazio che c’è tra i difensori, e questa cosa me la sono portata dietro fin da bambino. Cerco di disequilibrare l’avversario con uno step, usando le braccia e le spalle per allontanarmi sempre di più dal difensore. Sto lavorando tanto anche sul gioco aereo, è un aspetto sempre più importante nel rugby internazionale”.

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