L’allenatore della difesa scozzese Steve Tandy: “Quella partita ci ha aiutati a crescere”
La Scozia che sfiderà l’Italia sabato 1 febbraio alle 15.15 nella prima giornata del Sei Nazioni 2025 di certo non sottovaluterà gli Azzurri. Lo ha spiegato Steve Tandy, allenatore della difesa della nazionale scozzese guidata da Gregor Townsend, in un incontro stampa dove ha introdotto il match con l’Italia e spiegato anche da delicata situazioni infortuni della Scozia.
Tandy ha ricordato la sconfitta di Roma dello scorso anno, quando l’Italia vinse 31-29 all’Olimpico dopo una grande rimonta: “È sicuramente un promemoria che teniamo bene in mente pensando a quanto abbiamo imparato da quella partita. Alla fine è stata un’esperienza che non ci è piaciuta e di cui non eravamo contenti, ma penso che ci abbia fatto crescere. Abbiamo fatto una prestazione la settimana dopo con l’Irlanda e poi abbiamo avuto un buon autunno”.
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Nessuna sottovalutazione, anzi, Tandy non risparmia lodi agli Azzurri: “Sappiamo quanto è forte l’Italia. C’è molta coerenza tra i ragazzi che giocano per la Benetton e alcuni grandi giocatori che giocano in Francia”.
“Sappiamo e rispettiamo totalmente ciò che fa l’Italia, è una squadra davvero buona, ben organizzata, ben allenata, quindi sappiamo che dovremo fare una prestazione completa sabato per batterla” ha concluso Tandy.
L’allenatore della difesa scozzese ha poi fatto il punto sugli infortuni, che priveranno la Scozia di elementi fondamentali come capitan Tuipulotu e Cummigs. La Scozia, però, recupera un grandissimo giocatore in dubbio fino a qualche giorno fa: “Duhan Van der Merwe si è allenato con noi, sta bene e ha svolto il programma completo”. Il nazionale scozzese di origine sudafricana sarà quindi selezionabile per la sfida contro l’Italia.
Sugli infortuni Tandy ha concluso: “Sicuramente la leadership di Sione (Tuipulotu, ndr) e Scott (Cummings, ndr) è importantissima, ma penso siano anche riusciti a trasmetterla agli altri. Anche se Tuipulotu è un leader il gruppo è insieme da un bel po’ di tempo. Certo, è un vuoto, ma dobbiamo riempirlo”.
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