Il tecnico azzurro ha analizzato la prestazione dei suoi nella conferenza stampa post-partita
Le somiglianze tra Italia-Scozia del Sei Nazioni 2024 e quella del 1 febbraio 2025 non sono poche: una Scozia che parte a spron battuto, un’Italia che resta attaccata alla partita, acciuffa gli avversari e la musica cambia.
Solo che il finale è stato diverso: stavolta la partita ha finito per raddrizzarla la Scozia grazie a due acuti di Huw Jones, prima servito da Darcy Graham e poi capace di battere Garbisi e Ioane in uno contro uno al largo.
Per Gonzalo Quesada, che ha risposto alle domande della stampa nella conferenza post-partita, all’Italia manca soprattutto del tempo di allenamento: “Abbiamo fatto un primo tempo discontinuo, dove si è visto che a questa squadra manca del tempo insieme. Mancano gli automatismi, soprattutto in difesa. Quello che è stato un po’ frustrante è stato che malgrado il lavoro fatto in raduno nelle scorse due settimane per contrastare la loro difesa, che mira sempre a tenere in piedi e rallentare il pallone, sono riusciti comunque a imporsi e non lasciarci entrare in partita in attacco.”
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“In difesa all’inizio della partita siamo stati troppo stretti, con tanti giocatori sempre coinvolti nel punto d’incontro. Per questo abbiamo avuto problemi sulla larghezza del campo. Una cosa che poteva succedere, lo sapevamo visto il poco tempo passato insieme. Ne abbiamo parlato all’intervallo e nella ripresa lo abbiamo aggiustato. Siamo usciti con un’altra organizzazione, un altro atteggiamento. Siamo riusciti a rientrare sul 19-19 e a dominare per qualche tempo: lì ho avuto proprio l’impressione che ci fosse un grosso cambiamento nel momentum della partita. E poi però le cose sono state ribaltata quando da un attacco nostro nei loro 30 metri facciamo un in-avanti e loro senza fare niente di troppo speciale segnano in prima fase da mischia ordinata.”
“È stata una partita molto simile a quella dello scorso anno – riconosci poi il capo allenatore dell’Italia – La Scozia è una squadra che in attacco fa male e malgrado la preparazione ci siamo trovati sotto 14-0. Ma come lo scorso anno siamo piano piano riusciti a tornare in partita, stavolta non siamo riusciti a finire il lavoro e loro invece hanno approfittato di ogni opportunità. Senza dubbio dobbiamo però iniziare la partita come abbiamo iniziato il secondo tempo.”
Gli ottanta minuti di Edimburgo costituiscono però un tesoretto di esperienza che consentirà alla squadra di progredire nel resto del Torneo, sostiene il coach: “Purtroppo questa non era un’amichevole, ma dobbiamo sempre affrontare una vera partita per capire fino in fondo quali sono gli aspetti su cui lavorare maggiormente. Oggi il problema principale è stato più nei punti concessi in maniera un po’ troppo facile che non quel mezzo metro che ci è mancato per segnare.”
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“Noi della partita con il Galles non abbiamo ancora parlato – chiude – Ci siamo concentrati solo sulla Scozia. Da lunedì pensiamo alla prossima, senza nessuna pressione specifica. Sono sicuro che potremo fare meglio: per noi una settimana intera insieme è un regalo. Abbiamo bisogno di tempo, abbiamo fatto a ranghi completi solo martedì e mercoledì della settimana precedente a questa e martedì e mercoledì di questa. Ma ora con sette giorni e una partita alle spalle sono sicuro potremo fare meglio, sperando di avere un fantastico ambiente all’Olimpico, così come lo era per la Scozia oggi a Murrayfield.”
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