Durissimo e lunghissimo sfogo del tecnico: “Noi miglioriamo, il Giappone peggiora e loro vengono ammessi al National Championship e noi no. Sembra vogliano farci stancare apposta e farci finire nel dimenticatoio”
Questa volta il capo allenatore della Georgia Richard Cockerlill non ha usato mezze misure, né frecciatine. La Georgia vuole l’opportunità di entrare a far parte del Sei Nazioni tramite uno spareggio: “Siamo dodicesimi al mondo, perché nessuno ci dà un’opportunità? Non vogliamo la carità, ma un’occasione, ci siamo guadagnati questo diritto”.
Georgia: Cockerill sullo spareggio con l’ultima del Sei Nazioni
“Non vogliamo che qualcuno ci regali un posto, ma solo la possibilità di giocarci l’accesso contro chiunque finisca ultimo nel Sei Nazioni. Un’opportunità equa. Anche solo per farci stare zitti!” ha detto il tecnico alla vigilia del match d’esordio del Rugby Europe Championship, poi vinto 110-0 contro la Svizzera.
“Almeno così, se falliamo, potrete dire ‘non siete abbastanza bravi, non siete i benvenuti’. Ma se siamo abbastanza forti da battere il Galles, la Scozia, l’Italia o chiunque sia, allora dovremmo avere il diritto di giocare con i grandi per un anno. Anche perché economicamente per noi sarebbe un salto di livello enorme. E non è forse questo lo scopo dello sport?” ha proseguito Cockerill.
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Cockerill: “Giappone nel Nations Championship e noi no. Non capisco”
Il tecnico ha poi posto l’attenzione su un altro fattore che non è per niente piaciuto ai Lelos: la decisione di inserire il Giappone e non la Georgia nel nuovo Nations Championship, una lega a 12 squadre (le 10 tier 1 più Fiji e, appunto, Giappone) che sostituirà dal 2026 i test match di luglio e novembre. Secondo Cockerill, la Georgia avrebbe meritato di più quel posto: “Siamo dodicesimi al mondo, vinciamo il Rugby Europe ogni anno (15 volte dal 2008), siamo imbattuti nella competizione dal 2017, abbiamo battuto il Galles l’ultima volta che siamo stati a Cardiff e il Giappone la scorsa estate. Il Giappone sembra peggiorare e noi migliorare, eppure loro sono stati invitati nel nuovo Nations Championship e noi no”.
“Nessuno ci dice: ‘questo è quello che dovete fare e, se raggiungete questo obiettivo, avrete l’opportunità’. La mia impressione è che non ci sia alcun interesse al cambiamento. Odio le competizioni blindate, perché non sono competizioni reali” aggiunge Cockerill: “La scorsa stagione, il Montpellier, che è un club molto ricco, ha dovuto vincere a Grenoble per restare nel Top 14. È stata la partita più vista della stagione. Ricordate quando la lotta per la salvezza in Premiership era entusiasmante? Grandi club che retrocedevano, gli Harlequins un anno, il Northampton un altro. Non è questo lo sport? Per me, è così che dovrebbe essere”.
“Dove andiamo se nessuno vuole darci un’opportunità? Nella Nations Cup giocheremo contro Tonga, Samoa, Stati Uniti, Canada e probabilmente Uruguay in un girone di sei squadre senza possibilità di promozione fino al 2030” prosegue Cockerill. Infatti, la prima edizione del National Championship 2026-28 avrà promozioni e retrocessioni bloccate, quindi per provare ad entrare nella prima divisione del torneo bisognerà vincere l’edizione 2028-30.
“A livello di club, non c’è una competizione reale per noi, a parte la Super Cup, che noi (con la franchigia dei Black Lion) vinciamo ogni anno e che, a dire il vero, non è di grande qualità. I nostri giocatori hanno bisogno di giocare in un torneo serio, proprio come le Fiji sono state accolte nel Super Rugby con i Drua” sostiene Cockerill. “Allora perché questo non vale per la Georgia? Cos’altro dobbiamo fare per essere aiutati? Non si può dire che World Rugby voglia opportunità per tutte le nazioni, tranne la Georgia. A volte sembra quasi che stiano cercando di tenere la Georgia fuori abbastanza a lungo così da farci stancare, cadere nel dimenticatoio e sparire per un po’, il che farebbe comodo a tutti”.
“Noi non ce ne andiamo. Non diventeremo più deboli. Miglioriamo continuamente. E diventeremo solo più forti” ha concluso Cockerill.
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