Il tecnico degli avanti azzurri ha raccontato l’evoluzione della mischia ordinata nel corso dei suoi anni in nazionale
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Andrea Moretti – ph. Sebastiano Pessina
La mischia ordinata è una delle migliori notizie del Sei Nazioni 2025 dell’Italia. Pochissime penalità comminate contro gli Azzurri, diverse quelle che i primi otto uomini sono invece riusciti a spremere a Scozia e Galles.
Prestazioni che sono frutto di un lungo lavoro di cesello operato dalle franchigie e dallo staff della nazionale, come ha raccontato Andrea Moretti a OnRugby Podcast.
Il tecnico degli avanti dell’Italia, infatti, ha ripercorso nell’ultima puntata il cammino compiuto dagli Azzurri negli ultimi tre anni e mezzo. Da quando, cioè, il tecnico padovano è stato nominato membro dello staff della nazionale: “Personalmente ho cominciato [il mio lavoro in nazionale] con Kieran [Crowley] al primo anno. Spesso ci dimentichiamo che i ragazzi che oggi stanno continuando a fare questo percorso di crescita, quattro anni fa sicuramente erano molto più giovani, molto più inesperti e si confrontavano nel Sei Nazioni contro squadre che avevano sicuramente qualcosa in più, e non solo dal punto di vista fisico. Per cui l’approccio che insieme a Kieran e insieme ai ragazzi abbiamo avuto è stato inizialmente quello di lavorare per ridurre al massimo i calci di punizione.”
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“Era, la nostra, una mischia dove ancora si concedeva troppo e anche questo, nella percezione generale degli arbitri, non ci faceva bene, perché poi nelle situazioni 50 e 50 capitava che, invece di essere un po’ più equilibrate, finissero per andare in sfavore dell’Italia.”
“Per cui il primo obiettivo è stato quello di usare la mischia come piattaforma per lanciare il gioco dei trequarti. Non tanto, quindi, per imporre una fisicità o un modo di voler dominare. Abbiamo lavorato con pazienza per costruire una piattaforma solida e stabile, che fosse disciplinata. Ha richiesto tempo: è così, non si inventa nulla. Si chiamano test match appunto perché ti testano a 360 gradi e questo era il primo obiettivo: quello di cambiare la percezione degli arbitri attraverso la capacità di essere efficaci e comunque avere una piattaforma stabile per utilizzare poi il pallone con i trequarti.”
“La cosa che è molto positiva è che questi ragazzi hanno attenzione e voglia di prepararsi curando i minimi dettagli – ha proseguito Moretti, giungendo al presente – Sono molto concentrati durante la settimana nell’analisi degli avversari. Insieme ci confrontiamo, facciamo ovviamente delle piccole riunioni, dei piccoli lavori tecnici. Insomma, hanno un DNA che li porta veramente ad amare soprattutto la mischia chiusa, ma non solo da punto di vista del lancio del gioco, ma proprio come momento di grande confronto.”
“Per cui con gli anni è migliorata la tecnica, è aumentata la consapevolezza, c’è stata questa capacità di acquisire rispetto anche dagli altri pacchetti, ma anche e soprattutto una considerazione giusta ed equilibrata da parte degli arbitri. Per cui oggi quella che vedete è la naturale evoluzione, che non è ancora finita, di questo lavoro, il quale oggi ci mette nelle condizioni di poter magari decidere non solo di usare il pallone con i trequarti, ma magari anche di andarci a cercare un calcio di punizione.”
Come la mischia azzurra è diventata un’arma – con Andrea Moretti
Nella più recente puntata di OnRugby Podcast Andrea Moretti ha fatto il punto sulla prestazione dell’Italia dopo la partita vinta contro il Galles di sabato 8 febbraio, ha raccontato delle scelte di formazione per quanto riguarda le prime linee e si è poi concentrato su quelle che saranno le caratteristiche della prossima sfida contro la Francia del 23 febbraio a Roma.
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