L’ex azzurro alla Gazzetta dello Sport: “Negli ultimi tempi a Limoges mi hanno fatto fuori. A gennaio ho preso la patente per guidare i camion e ho iniziato a lavorare per una società di convoyage”
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Mirco Bergamasco: “Adesso guido i camion. Alle Zebre ho giocato gratis pur di tornare in azzurro” ph. Sebastiano Pessina
“Faccio vita da allenatore e vita lontano dal rugby. Per la prima volta posso ascoltare una parte di me mai esplorata”: Mirco Bergamasco, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato il suo nuovo presente, fatto non solo di palla ovale ma anche di altro.
Nel frattempo, continua ad allenare a Limoges (quinta divisione francese) come tecnico della difesa, ma i piani sono cambiati: “A gennaio ho preso la patente per guidare i camion e ho iniziato a lavorare per una società di convoyage, di movimentazione automezzi, cioè li porto da un punto A a un punto B. Mi piace andare in giro a destra e a sinistra con questi mezzi sempre nuovi e fare un po’ di vita solitaria, comunque mai più di tre, quattro giorni. E nel frattempo faccio tanti ragionamenti mentre sono alla guida”.
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Una scelta nata anche dalla situazione che sta vivendo a Limoges: “Negli ultimi tempi a Limoges mi hanno fatto fuori, il mio progetto tecnico e manageriale è stato accantonato dalla nuova proprietà e siamo arrivati ultimi. Con la retrocessione ho perso il 65% dello stipendio, la casa e l’auto e il mio lavoro si è ridotto a poche ore. Mi sono detto che c’è un limite a tutto e che dovevo reagire, così ho accettato questo lavoro dei camion e adesso lo faccio per 24 ore a settimana, contro le 18 in campo. Fare solo l’allenatore della difesa non mi basta e mi annoia, non so cosa accadrà a fine stagione, di sicuro ho sbagliato a non chiedere quale budget intendeva investire il club quando mi hanno preso per salire in ProD2” ha raccontato Mirco Bergamasco.
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L’ex azzurro ha raccontato anche alcune esperienze particolari vissute nella sua vita, come il rugby a 7 e a 13, oltre a un po’ di football americano: “Sono state tutte belle esperienze, ma che in realtà non avrei voluto fare. La verità è che dopo l’infortunio cercavo un’occasione per rientrare, ma non arrivava. E allora mi sono dedicato ad altro, dimostrando che ero ancora competitivo. A Sacramento, negli Stati Uniti, sono stati sei mesi fantastici, quando hanno saputo che ero vegano hanno iniziato a prepararmi una merenda speciale ogni giorno”.
“La Nazionale? È stata una parte della federazione a bloccarmi, e pensare che alla Zebre ho giocato gratis pur di riavere l’azzurro” ha chiosato Bergamasco, parlando poi della prossima sfida tra Italia e Francia del 23 febbraio, alla quale non andrà: “In realtà non entro all’Olimpico dal 2014, ci sono state troppe mancanze di rispetto nei miei confronti, e anche di mio fratello. Ma farò il tifo, i cugini sono forti e vanno menati per togliere loro qualche certezza. Quesada è uno tecnico che guarda molto avanti, saprà come fare”.
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