Zebre Parma, David Sisi: “Massimo Brunello sta facendo un gran lavoro, fin dall’inizio le cose sono state un po’ diverse dal passato”

Zebre Parma, David Sisi: “Massimo Brunello sta facendo un gran lavoro, fin dall’inizio le cose sono state un po’ diverse dal passato”

A settembre 2024 un comunicato delle Zebre Parma annunciava che, per le prossime due stagioni, David Sisi avrebbe ricoperto l’incarico di allenatore della rimessa laterale della franchigia ducale.

Una nuova veste per un giocatore che fino a pochissimo tempo fa aveva recitato da un ruolo da protagonista sia in maglia gialloblù che in nazionale italiana.

Adesso che Sisi è nello staff tecnico guidato da Massimo Brunello la prospettiva delle cose è sicuramente diversa da quella del campo, ma soprattutto ad essere diverso è il clima della squadra, reduce da due vittorie consecutive, entrambe di rilievo, e da un percorso in URC che si è fatto progressivamente sempre più positivo.

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David Sisi: “Adesso dobbiamo tenere i piedi per terra. Sappiamo chi siamo, sappiamo qual è la nostra identità”

“Non siamo il club più grosso dello URC, non abbiamo una rosa larga con tante persone sul campo per allenarsi – ha dichiarato David Sisi ai microfoni di Premier Sports dopo la vittoria di Edimburgo – A volte ci alleniamo con 15, 20 persone sul campo, non possiamo allenarci come vorremmo. Ma la quantità di lavoro a cui si sottopongono questi ragazzi, la volontà che hanno di mettersi a disposizione e sacrificarsi l’uno per l’altro dice quanto sia eccezionale questo gruppo.”

L’impatto della nuova guida tecnica c’è e si vede. Le Zebre in URC sono penultime, ma con 4 vittorie all’attivo (le stesse di Ulster, Ospreys, Connacht, Stormers ed Edinburgh) e un chiaro imprinting nello stile di gioco. La squadra non è mai vittima sacrificale degli avversari e riesce a portare in campo tanto energia, prosegue Sisi: “Massimo Brunello sta facendo un gran lavoro. Galvanizza il gruppo e fin dall’inizio della stagione le cose sono state un po’ diverse dal passato. Le due sconfitte contro Lions e Benetton per un solo punto sono un esempio. Adesso dobbiamo tenere i piedi per terra. Sappiamo chi siamo, sappiamo qual è la nostra identità. Sono molto orgoglioso della prestazione. Eravamo in 14, poi in 13, e ancora i ragazzi volavano da una parte e dall’altra del campo per mettere il proprio corpo a disposizione della difesa. Non posso chiedere di più, francamente.”

David Sisi: “Ci concentriamo sui singoli e cerchiamo di massimizzare quello che abbiamo a disposizione”

L’esperienza da allenatore consente a David Sisi di guardare il contesto agonistico con un occhio diverso. Le Zebre in ogni caso sono una squadra che non si tira mai indietro e prova ad alzare l’asticella.

“I giocatori credono nel piano di gioco. Se penso al mio percorso da giocatore, adesso siamo arrivati a un momento dove siamo tutti sulla stessa barca. Certe volte allenare gli italiani è un po’ come mettere i gatti in gregge (like herding cats in inglese significa il compito quasi impossibile di organizzare un gruppo di persone, proprio come cercare di radunare dei gatti). Ma tutto questo è sostenuto dall’impegno e dalla fisicità che mettono i ragazzi in campo.”

Nel corso dell’intervista con Premier Sports, l’ex seconda linea degli Azzurri ha spiegato anche quale sia il focus dello staff tecnico.

“Abbiamo i giocatori che abbiamo e spendiamo tanto del nostro tempo a pensare a portarli al livello necessario per giocare in URC. Visto che domani non arriverà un giocatore di livello assoluto a cambiare le cose, questa è l’unica cosa che possiamo fare. Abbiamo i giocatori che abbiamo e li amiamo per il loro impegno e la loro combattività, e continueremo a lavorarci. Ci concentriamo sui singoli e cerchiamo di massimizzare quello che abbiamo a disposizione.”

Il passaggio dal campo alla panchina è stato molto rapido e qualche volta la voglia di indossare ancora le vesti del leader che combatte sul rettangolo di gioco è tanta. Conclude Sisi: “Se mi manca giocare? A Belfast ho cercato di fare un po’ da sparring partner ai ragazzi e Nasove, il nostro seconda linea figiano, mi ha colpito in pieno col gomito al sopracciglio: occhio nero e tutto il resto. Emiliano Bergamaschi mi ha detto subito: prima regola, fai partecipare i giocatori.”