Il CT degli Azzurri ha spiegato le sue scelte in previsione del match con i Bleus, con un focus particolare sulla volontà di giocare una partita intraprendente con la palla in mano
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Gonzalo Quesada -ph. S.Pessina
Nel pomeriggio di venerdì 21 febbraio è stata resa nota la formazione che domenica 23 febbraio sfiderà la Francia, alle ore 16.00 davanti al pubblico dello stadio Olimpico di Roma.
Gonzalo Quesada, CT dell’Italia, è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti, parlando dei principali temi del terzo turno del Sei Nazioni 2025.
La formazione iniziale registra due cambi rispetto a quella che ha vinto contro il Galles: dentro Lucchesi e Gesi dal primo minuto, mentre Spagnolo, Zilocchi e Favretto entrano nei 23 giocatori a referto partendo dalla panchina.
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La scelte di formazione dell’Italia secondo Gonzalo Quesada
Sul cambio Lucchesi-Nicotera. “È stata una decisione presa per due ragioni: la prima è che sentiamo che Lucchesi meriti la sua titolarità perché ha fatto sempre bene quando è entrato a partita in corso, poi quello che vediamo in allenamento e quello che ha fatto a Tolone quest’anno ci fanno pensare che debba avere la sua chanche di iniziare. Abbiamo anche bisogno di esperienza che viene dalla panchina, abbiamo dei leader del pacchetto in campo dal primo minuto come Ruzza e Lamaro, ma anche giocatori giovani capaci di dare il loro contributo a partita in corso come Zuliani, Favretto, Spagnolo e Vintcent. Nicotera potrebbe entrare abbastanza presto e portare esperienza in una seconda parte di gara in cui ci sarà bisogno di questo.”
Sull’inserimento di Simone Gesi titolare. “L’ingresso dalla panchina di Gesi con la Scozia ci ha soddisfatto, poi purtroppo si è infortunato e non ha potuto allenarsi per due settimane. Abbiamo pensato che meritasse l’opportunità di una maglia da titolare al posto di Monty Ioane che non sarà disponibile per infortunio. La stagione che Gesi sta facendo a Parma gli ha fatto guadagnare un posto nel gruppo della nazionale e abbiamo piena fiducia in lui. Sul piano tattico quello che gli chiediamo è un po’ lo stesso lavoro che avevamo chiesto a Monty, dopo, ognuno si esprime in campo abbastanza liberamente all’interno delle nostre strutture di gioco, nei principi di attacco, di difesa e nel gioco al piede. Simone sa quale sono le richieste che abbiamo e il suo ruolo è molto importante e poi si troverà a essere libero di esprimersi al meglio in campo.”
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La pericolosità di Dupont. “Ha fatto vedere con tutta chiarezza che è il migliore giocatore del mondo e siamo tutti d’accordo. La sua influenza sul gioco della Francia ogni anno è sempre più grande e rappresenta una minaccia costante quando attacca, quando calcia, quando muove l’ovale. Se gli lasci un secondo in più lo paghi carissimo. Noi non abbiamo cambiato la nostra difesa per lui, ma abbiamo lavorato tantissimo per rendergli la partita più difficile possibile.”
Sfidare la Francia a viso aperto
Il 7+1 francese. “La stampa francese è già da lunedì che parla del 7+1. Non credo che sia una scelta specifica per giocare contro di noi, magari serve per sperimentare qualcosa in vista dell’Irlanda o un’opzione in più per il futuro. Spesso fanno 6+2 e l’ultimo trequarti gioca pochissimo. Con questa logica forse vogliono avere un avanti in più, credo, non ho idea del perchè facciano così. Posso immaginare che sia una scelta di questo tipo perchè hanno un pacchetto che fisicamente è molto forte, una mischia durissima, una grande capacità di drive, mi viene quindi da pensare che vogliano spingere su questo punto di forza. La loro strategia in parte si può spiegare così. Hanno qualità individuale enorme, lo hanno dimostrato anche nella sconfitta con l’Inghilterra, dove hanno sprecato molto. La verità è che abbiamo pensato a noi stessi e ci siamo preparati a tutti gli scenari. ”
Il 6+2 italiano. “Noi facciamo 6+2 perchè ciò ci permette di finire meglio le partite. Gli avanti sono chiamati ad un lavoro molto impegnativo nelle mischie, nei drive e i nostri trequarti sono in grado di arrivare bene in fondo agli 80 minuti. Con il 7+1 se hai due problemi con due trequarti che devono uscire, ti ritrovi veramente in una situazione che a questo livello può essere complicata.”
Il rugby con e senza pallone. “Se dobbiamo partire da un dibattito filosofico su cosa vuole dire un’Italia d’ attacco, dobbiamo anche stabilire se attaccare e tenere il pallone tra le mani e fare 40 milioni di passaggi vuol dire essere una squadra d’attacco, oppure essere una squadra d’attacco è chi attacca chi? Noi abbiamo sentito di aver attaccato il Galles con pochissimo possesso, ma gli abbiamo messo il pallone dietro la loro schiena, in zone dove sono andati sotto pressione. Noi grazie a questo abbiamo avuto opportunità di segnare punti, con una pioggia che a Roma non si era mai vista nella storia del Sei Nazioni. Abbiamo saputo non annoiarci ad attaccare senza il pallone, ma siamo stati bravi ad attaccare con l’utilizzo strategico del gioco al piede. Ovviamente in condizioni normali quello che ci piace, quello che vogliamo è poterlo fare sia senza il pallone ma anche con il pallone. Lavoriamo tantissimo e abbiamo tantissime opzioni, vogliamo trovare avanzamento, momentum e inerzia per creare break e ottimizzare i palloni che sono interessanti. Non vogliamo solo difendere contro una squadra che ha un potenziale offensivo e una capacità fisica come la Francia, che sarà difficile da contenere solo se difendiamo quindi dobbiamo attaccarli, metterli sotto pressione con e senza il pallone: è questo quello che abbiamo preparato.”
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