Il punteggio finale è stato eloquente, eppure alcuni dati possono spiegare meglio il perché di un simile divario
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Sei Nazioni: Italia-Francia vista dalle statistiche – ph. Sebastiano Pessina
Andare a vedere le statistiche di una netta sconfitta come quella rimediata dall’Italia contro la Francia alla terza giornata del Sei Nazioni 2025 potrebbe sembrare futile, in particolare considerando il punteggio finale di 24-73.
Un risultato che sicuramente parla da sé, ma andare a vedere i dati può essere comunque utile per approfondire meglio i motivi di una così larga sconfitta.
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Sei Nazioni 2025: Italia-Francia vista dalle statistiche
Partendo dalle statistiche fondamentali di possesso palla e territorio, Italia e Francia se le sono così divise: 38-62% di possesso e 40-60% di territorio. Dati nettamente a favore degli ospiti, come volevasi dimostrare.
Di conseguenza gli Azzurri hanno passato molto più tempo a difendere che attaccare, con 164 placcaggi fatti a confronto degli 88 eseguiti dai Bleus. Nonostante questo la percentuale di placcaggi completati è uguale: l’83% per entrambe le squadre, considerando i 34 non chiusi dall’Italia e i 18 della Francia.
Se in termini relativi tutte e due le formazioni non sono state particolarmente precise al placcaggio, a fare la differenza è stato il peso in termine assoluto. A parità percentuali di errori difensivi, con molto più possesso e attacchi attuati i Bleus hanno potuto dilagare nel punteggio. L’Italia ha avuto quindi la sua efficacia in termini offensivi, da 6 entrate nei 22 avversari ne è uscita con 3.5 punti di media, ma la Francia ci è entrata ben 16 volte e uscita con una media di 4.6 (quasi una meta non trasformata a volta).
Come spiegare una simile efficacia da parte dei transalpini? Vedendo anche le partite precedenti dell’Italia un dato in cui più volte la formazione di Gonzalo Quesada è stata carente è quello dell’uscita del pallone dalla ruck. In realtà contro la Francia gli Azzurri hanno tenuto percentuali estremamente simili a quelle avversarie: 51% di palloni usciti in meno di 3 secondi (i Bleus 50%), 32% tra i 3 e 6 secondi (avversari 34%) e 17% con più di 6 secondi (contro il 16% ospite).
Anche in questo caso a fare la differenza non è stato il valore relativo ma quello assoluto: l’Italia ha tenuto questi buoni dati vincendo 61 ruck, la Francia l’ha fatto per 109 ruck.
Ma il vero dato che spiega l’efficacia dei transalpini all’Olimpico lo scorso weekend è un altro, quello degli offloads. La Francia in questa statistica ha davvero soverchiato l’Italia per ben 27 a 4.
Oltre alle indubbie skills individuali dei giocatori francesi, c’è da considerare in questo un altro dato: 36 dei placcaggi eseguiti dall’Italia permettevano l’offloads, consentendo ad avversari abili come i transalpini di tenere in vita l’ovale e continuare ad attaccare in velocità. Un dato su cui bisognerà lavorare per rallentare il gioco di squadre così forti, che se lasciate con la possibilità di rigiocare la palla in movimento non lasciano scampo.
In tutte queste difficoltà ci sono comunque dei dati importanti per l’Italia, in particolare nelle fasi statiche. Nonostante la caratura dell’avversario, gli Azzurri hanno mantenuto l’ovale in tutte le mischie e le rimesse laterali di suo possesso. Inoltre, anche se andata sempre più in difficoltà nel corso della partita, sono rimasti alquanto disciplinata: 8 punizioni concesse (a fronte delle 6 francesi) e di cui tre arrivate negli ultimi 11 minuti.
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