Il capo allenatore degli Azzurri spiega la scelte di formazione, analizza gli avversari e racconta come la squadra prova a ripartire dopo la sconfitta contro la Francia

Gonzalo Quesada – ph. Sebastiano Pessina
Dopo l’annuncio della formazione scelta dall’Italia per sfidare l’Inghilterra a Twickenham nella quarta giornata del Sei Nazioni 2025, il capo allenatore Gonzalo Quesada ha risposto alle domande della stampa in merito alle sue scelte di formazione.
Un XV, quello selezionato, che ha visto un discreto numero di cambiamenti rispetto alla gara persa 24-73 contro la Francia in casa e che sembra privilegiare i giocatori che hanno una buona conoscenza della Premiership, come Stephen Varney, Matt Gallagher, Marco Riccioni.
“Ovviamente non è [il fatto che i giocatori parlino inglese] il motivo che ci ha spinto a scegliere questa formazione – sorride Quesada – Selezioniamo quella che pensiamo sia la migliore squadra per ogni partita, e ogni gara è una storia diversa. È vero però che quando due giocatori sono molto vicini nel livello che esprimono quelli che giocano nel campionato di riferimento, in questo caso quello inglese, o che hanno un legame particolare con il paese hanno un’opportunità in più di essere in campo perché per loro c’è qualcosa in più nella partita.”
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Gonzalo Quesada spiega le scelte di formazione
“Con Philippe Doussy e il resto dello staff abbiamo visto piazzare Paolo [Garbisi] questa settimana e abbiamo deciso che si prenderà lui questa responsabilità all’inizio della partita – ha detto il CT – Se tutto va bene continuerà ad averla per gli 80 minuti, ma sappiamo che abbiamo in panchina Tommy [Allan], che è il nostro piazzatore numero uno, e anche la possibilità di utilizzare Martin Page-Relo. Abbiamo comunque fiducia in Paolo.”
“Allan ha giocato sei partite consecutive, con viaggi di andata e ritorno per Perpignan, squadra che gioca con tantissima pressione tutti i weekend. Tommy ha moltissime responsabilità con il club, è molto caricato anche a livello emotivo, programmano l’allenamento aspettando il momento in cui torna dal raduno per averlo in campo e gioca ottanta minuti ogni volta. Lui ovviamente ha una voglia gigantesca di giocare per l’Italia ma oggi il suo corpo è un po’ al limite, per cui non può fare altri 80 minuti domenica e soprattutto che se li fa poi non ne avrà per giocare anche il sabato successivo con l’Irlanda. Quindi credo che la cosa migliore per la squadra sia farlo partire in panchina, giocare meno di un tempo e assicurarci di averlo sempre al 100%.”
“Per quanto riguarda Steve Varney, Marco Riccioni, Ross Vintcent, Matt Gallagher sono giocatori che coprono posizioni dove c’è competizione e i contendenti sono tutti molto vicini come livello. Li abbiamo scelti in base a cosa vediamo in allenamento e in base alla strategia. L’Inghilterra è la squadra che calcia di più e che calcia più volte palloni contendibili, quindi avere uno specialista del gioco aereo come Matt ha senso.”
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“I tre mediani di mischia che abbiamo sono di livello molto simile. Negli ultimi tempi Martin [Page-Relo] è riuscito a performare molto bene e giocare più degli altri, ma Steve si è allenato molto bene. È un ottimo giocatore per iniziare una partita: ha un eccellente calcio, ottima gestione del gioco, è molto veloce e questo gli consente di essere molto vicino al pallone in attacco e accelerare il gioco quando ne abbiamo bisogno, ha un passaggio che chi fa guadagnare microsecondi nel nostro gioco. Ha fatto una scelta importante scegliendo di lasciare Gloucester per andare a Vannes, squadra ultima in Top 14, con il solo obiettivo di trovare un po’ di tempo di gioco e poter tornare in nazionale. Per me è un’opportunità di far vedere che rispettiamo molto questi sforzi e che questi sforzi non hanno stati invano. Ha meritato questa opportunità.”
“La formazione per il Galles è stata simile a quella della Scozia perché abbiamo avuto poco tempo di preparazione – ha quindi riassunto Quesada, spiegando la politica che ha guidato le scelte sue e dello staff – Dopo la vittoria non abbiamo fatto quasi nessun cambiamento per la Francia. Adesso abbiamo avuto due settimane di tempo, in quella gara non siamo stati chi vogliamo essere per la maggior parte del tempo, soprattutto in difesa. Logicamente dobbiamo mostrare al gruppo che vogliamo dare l’opportunità anche ad altri di giocarsi le proprie chance e dimostrare.”
Cosa attendersi dall’Inghilterra
A Twickenham l’Italia affronta una squadra inglese ancora in corsa per la vittoria finale del Sei Nazioni, anche se dipende fortemente dai risultati delle avversarie. Per affrontare gli Azzurri Steve Borthwick ha mischiato un po’ le proprie carte e, dice Quesada, forse ha rivisto un po’ il proprio piano di gioco.
“L’Inghilterra è una squadra con eccellenti ball carriers. Ben Earl ha messo su statistiche incredibile ed è uno dei migliori giocatori di questo Sei Nazioni e dell’Inghilterra ormai da qualche anno. Ollie Lawrence ha ritrovato il suo massimo livello. Hanno tanti giocatori validi sull’avanzamento, giocano un rugby interessante ma che predilige l’occupazione del territorio con tanto gioco al piede – ha detto il tecnico argentino dell’Italia – Questa settimana però portano in campo anche qualcosa di più: la loro formazione ha cinque giocatori di Northampton nella linea dei trequarti. I Saints sono una squadra che non ha un gran DNA di kick and chase, piuttosto è una squadra di possesso, di attacco, di larghezza, di velocità.”
“I profili che hanno inserito in squadra e le critiche che hanno ricevuto per il loro gioco ci fanno pensare che vogliano provare ad avere un attacco più completo, con più opzioni. Mi immagino una squadra che non sarà così pragmatica come al solito, ma che cercherà di attaccarci un po’ di più e ci siamo preparati per questo. Una reazione dopo una brutta sconfitta? Noi latini siamo specializzati. Quante volte abbiamo visto Argentina, Italia, Francia fare una grande prova dopo una batosta? Spero che avremo una reazione come quella contro la Francia dello scorso anno, dopo la sconfitta con l’Irlanda. Non tanto per quella singola prova ma per quello che è arrivato dopo: non una reazione isolata, ma una catena partita dalla prova di Lille, un miglioramento con la Scozia e, per me, un miglioramento ulteriore contro il Galles.”
Ripartire dopo la batosta con la Francia
“La sconfitta contro la Francia della settimana scorsa e quella contro l’Argentina di novembre sono un po’ diverse tra loro – ha detto Quesada a proposito delle due partite finite con una sconfitta pesante nel punteggio per la sua Italia – In quest’ultimo caso, senza cercare alibi ma essendo specialisti della performance di alto livello, sappiamo bene che non è possibile esprimere una prestazione del livello necessario con la disastrosa intossicazione alimentare che abbiamo avuto nei giorni precedenti alla partita. Non ne abbiamo parlato molto, abbiamo accettato la sconfitta, ma non è possibile sapere cosa sarebbe accaduto se fossimo stati in condizioni di performare per 80 minuti.”
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“Per quanto riguarda la Francia, in effetti, è stata la prima volta in cui ho trovato che la squadra si sia effettivamente un po’ persa, dove i giocatori hanno cercato di cambiare il verso della partita in modo individuale, senza un’organizzazione collettiva. È stata una sconfitta dura perché, nonostante sappiamo tutti che non possiamo davvero comparare la nazionale francese e quella italiana, o i movimenti dei due paesi, pensavamo di essere in condizione di competere un po’ di più e finire con un punteggio molto più chiuso di quello che è stato alla fine. Non credo fosse possibile vincere con quella Francia, ma non è la stessa cosa perdere prendendo 70 punti o prendendone 40.”
“Quindi abbiamo fatto una revisione profonda su tutto ciò a cui abbiamo lavorato fino a qui: rinforzare la nostra difesa, la nostra conquista, le basi del gioco, il lavoro che abbiamo fatto su identità, cultura, carattere. Speriamo che quello contro la Francia sia l’intoppo che a volte arriva in un percorso di sviluppo e crescita di una squadra: avere una partita dove non facciamo la gara che vogliamo. Adesso le nostre prossime partite ci aiuteranno a valutare se è stato effettivamente così oppure no. Quello che è importante è quello che ne facciamo, di questa sconfitta: abbiamo tanto da imparare e deve essere una lezione di cui approfittare.”
“Lo scorso fine settimana alcuni giocatori sono ritornati in club, hanno dovuto giocare, poi siamo tornati insieme. Lunedì abbiamo avuto una giornata dove abbiamo davvero rivisto tutto quello che è accaduto e ne abbiamo parlato in profondità. Martedì abbiamo fatto un eccellente allenamento, durissimo, dove abbiamo potuto già assistere a un cambiamento. Siamo partiti dal dolore della sconfitta precedente per poi dirci: ok, abbiamo imparato qualcosa, adesso ci mettiamo al lavoro. La qualità di questa settimana di lavoro è stata davvero interessante.”
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