Su di lui tante aspettative, forse troppe, e non ancora del tutto rispettate: la sfida di Twickenham sembra disegnata su misura per lui, e gli Azzurri ne hanno bisogno

Sei Nazioni: Inghilterra-Italia sarà la partita di Matt Gallagher? (ph. Sebastiano Pessina)
È arrivato in Italia portandosi dietro tante, forse troppe aspettative. La finale di Premiership con Bath, l’esperienza in Champions Cup, un cognome pesante: quando Matt Gallagher è stato annunciato prima come nuovo acquisto del Benetton e poi convocato in Nazionale, tanti si aspettavano un crack.
Un crack che finora non c’è stato, ma semplicemente perché Matt Gallagher è un altro tipo di giocatore: ordinato, concreto, dotato di senso della posizione, ottimo piede e capacità di dar battaglia nel gioco aereo. Chiaramente non è da lui che ci si deve aspettare i break di Capuozzo, l’atletismo predominante di Lynagh o le fiammate di Ioane, ma Gallagher può dare all’Italia qualcosa che ancora le manca: equilibrio. Ed è proprio quello che sarà chiamato a fare domenica contro l’Inghilterra, perché Gonzalo Quesada lo ha scelto come ala titolare nella formazione che scenderà in campo a Twickenham.
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Certo, che Gallagher non sia ancora riuscito ad imporsi in Italia è un dato di fatto. Nella surreale partita di Apia contro Samoa aveva fatto intravedere qualcosa, nonostante la sconfitta, poi gli inizi al Benetton non sono stati esaltanti, né lo è stata la prestazione contro la Georgia nella sua seconda – e fino a domenica ultima – presenza in azzurro.
Il momento peggiore, forse, è stato a Swansea con la maglia biancoverde, quando doveva essere tra gli uomini in grado di prendere in mano la squadra in assenza dei Nazionali e invece è affondato insieme ai compagni nel clamoroso 37-0 preso dagli Ospreys. Con tanto di bacchettata di Quesada in conferenza stampa: “Contro Ulster mi è piaciuto, ma lo sa anche lui che prima non aveva giocato bene” aveva detto il tecnico spiegando la scelta di preferirgli Gesi e Trulla contro la Francia in assenza di Ioane.
Stavolta Ioane c’è, ma c’è anche Gallagher, con Capuozzo estremo e Allan che parte dalla panchina. Il trequarti azzurro è stato tra i migliori anche nella sconfitta subita in rimonta dal Benetton contro Connacht, e soprattutto era stato capace di mettere in grande difficoltà gli irlandesi sulle palle alte. Un particolare non da poco, considerando che domenica l’Inghilterra – come ha sempre fatto nelle prime tre partite del Sei Nazioni – calcerà qualsiasi cosa, mandando Freeman e Sleightholme a riconquistare l’ovale e i 104 kg di Lawrence a mettere pressione su ogni ricevitore azzurro.
Lo dimostra anche la scelta di Borthwick di escludere Marcus Smith preferendogli Elliot Daly, la cui portata balistica è ormai conosciuta in ogni angolo di ovalia: l’Inghilterra calcerà tantissimo, e Gallagher sarà fondamentale per evitare che gli Azzurri vadano in crisi nel gioco aereo e nella battaglia tattica al piede. La partita sembra disegnata su misura per il 28enne nato a Sidcup, Inghilterra, ma di origini italiane da parte di mamma, che ha giocato 7 anni in Premiership (esordio a 20 anni con i Saracens) e conosce bene gran parte degli avversari che troverà davanti a Twickenham. Adesso è tutto nelle sue mani, e nei suoi piedi.
Francesco Palma
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