L’ultima idea del tecnico sudafricano per riallineare i calendari e ridurre la densità degli impegni

“Spostiamo il Rugby Championship in contemporanea col Sei Nazioni”: l’ultima proposta di Rassie Erasmus ph. Sebastiano Pessina
Quello dei calendari intasati è un problema sempre più centrale nel mondo del rugby. In particolare, la questione sta prendendo piede in Sudafrica dopo l’ingresso delle 4 franchigie principali nello United Rugby Championship, che ha allineato i calendari dei club con quelli europei, mentre la Nazionale continua però a seguire il percorso dell’Emisfero Sud, con il Rugby Championship a fine estate.
Proprio su questo tema è intervenuto Rassie Erasmus al Daily Telegraph, con una proposta particolare: spostare il Rugby Championship e disputarlo in contemporanea con il Sei Nazioni.
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“Penso che risolverebbe molti problemi per quanto riguarda il carico di lavoro dei giocatori e gli infortuni. Allineare gli Springboks agli impegni di URC e Champions Cup ci libererebbe molte settimane” ha spiegato Erasmus.
Al momento, infatti, i giocatori sudafricani – non solo di URC, ma anche quelli impegnati in Top 14 e Premiership – si trovano ad affrontare delle stagioni infinite. Il Rugby Championship arriva poco dopo i test match di luglio, poi comincia la stagione dei club, la quale termina a maggio-giugno, e poi si riparte con le Summer Series e così via. E se le franchigie possono gestire i giocatori di interesse Nazionale, ciò diventa un problema anche per chi milita all’estero, come dimostrato dal burrascoso rapporto tra Kolisi e il Racing 92, con il capitano degli Springboks che alla fine ha “sacrificato” il suo club per essere sempre al 100% per gli Springboks.
L’idea della sovrapposizione al Sei Nazioni, inoltre, sembrerebbe mettere definitivamente una pietra sopra sull’idea – mai realmente concreta – di entrare nel torneo europeo: “Non sono sicuro di come gli altri vedrebbero il nostro ingresso nel Sei Nazioni. Ammiriamo la competizione, e quando allenavo a Munster capivo quanto fosse importante. Non sono sicuro che il Sei Nazioni e l’Emisfero Nord ci vorrebbero lì” ha detto Erasmus.
“Ci sono molte tradizioni che hanno un valore maggiore rispetto al semplice fatto di inserire una squadra, pensando di poter entrare in una competizione con così tanta storia, quindi non so quale sia la risposta” ha concluso Erasmus.
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