Un secondo tempo fantastico e il miglior finale possibile di un Sei Nazioni in crescendo: 5 riflessioni su Italia-Galles

Le Azzurre hanno chiuso il torneo con una grandissima vittoria, ma è il percorso di crescita generale a colpire e a dare fiducia per il futuro

Un secondo tempo fantastico e il miglior finale possibile di un Sei Nazioni in crescendo: 5 riflessioni su Italia-Galles (ph. Sebastiano Pessina)

Un secondo tempo fantastico e il miglior finale possibile di un Sei Nazioni in crescendo: 5 riflessioni su Italia-Galles (ph. Sebastiano Pessina)

PARMA – L’Italia ha ottenuto il massimo possibile dall’ultima partita del Sei Nazioni 2025: le Azzurre hanno demolito il Galles 44-12, hanno conquistato il quarto posto nel torneo superando la Scozia (e serviva un bonus, o una vittoria con almeno 8 punti di scarto, e ne sono arrivati 32) e hanno chiuso alla grande un torneo in costante crescendo. Alla fine il bilancio parla di due vittorie e tre sconfitte, che però vanno soppesate anche in base alle prestazioni, soprattutto quella contro la Francia, che è andata a un punto dal vincere il Sei Nazioni.

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Sei Nazioni femminile: 5 riflessioni su Italia-Galles

Il Sei Nazioni dell’Italia – Azzurre promosse? Assolutissimamente sì. Lo erano, in realtà, già dopo la vittoria con la Scozia e 75 minuti di altissimo livello con la Francia, e anche la prestazione in Inghilterra aveva dato un primo segnale delle potenzialità di questa squadra. Serviva però l’ultimo segnale, quello decisivo: vincere una partita in cui si cominciava con i favori del pronostico e con tutta la pressione addosso, e l’esame è stato superato alla grande, perché il Galles è durato un tempo, poi ha ceduto di schianto di fronte al ritmo delle Azzurre. Il parziale di 34-0 nella ripresa parla da solo. Certo, rivedendo la classifica completa adesso, i rimpianti per la giornata no con l’Irlanda aumentano ancora di più, considerando che il podio è stato mancato per un solo punto, ma nell’ottica di un percorso a lungo termine era una partita che poteva succedere, ma il modo in cui la squadra di Roselli ha reagito nelle 3 sfide successive è stato fantastico.

34-0 – Questo è stato il parziale del secondo tempo di Italia-Galles. Di fatto, le gallesi la palla non l’hanno mai vista, e le Azzurre quando hanno il possesso hanno dimostrato ancora una volta una qualità incredibile, oltre che – finalmente – una capacità di finalizzazione che forse nelle altre partite era mancata, a dimostrazione di quanto la squadra di Roselli faccia un grande passo avanti partita dopo partita. Anche nel primo tempo, chiuso in vantaggio 12-10 dal Galles, si era intravisto che se le Azzurre avessero trovato la quadra avrebbero potuto fare la differenza, e così è stato: messa a posto un po’ la disciplina – il vero problema della prima frazione – l’Italia si è scatenata. Forse una delle prove collettive più belle delle Azzurre negli ultimi anni.

Sofia Stefan – Per il player of the match, oggi, si poteva anche pescare a caso tra il XV azzurro e la scelta sarebbe stata comunque giusta. La scelta è ricaduta meritatamente su Giordana Duca, autrice non solo di una partita ma di un Sei Nazioni strepitoso, e in generale tante delle candidate principali erano tra le avanti. Una menzione a Stefan, però, è d’obbligo soprattutto perché la mediana di mischia azzurra non aveva iniziato benissimo il torneo, e non è un caso che da quando ha scalato la marcia il Sei Nazioni dell’Italia sia radicalmente cambiato. Da Edimburgo in poi Stefan è stata una macchina da guerra per ritmo, intensità, qualità delle scelte e anche nel gioco al piede, forse il fondamentale nel quale le Azzurre soffrono di più.

I nuovi arrivi – Quello azzurro non è ancora un gruppo così profondo come dovrebbe essere – e come speriamo in futuro sarà – ma Fabio Roselli sta cominciando a mettere qualche mattoncino importante. Ha lanciato Alia Bitonci, 19 anni appena compiuti, e la scelta si è rivelata vincente, schierandola addirittura titolare contro la Francia. Ha consacrato Sara Mannini mettendola in campo dal primo minuto, per due volte consecutive, al posto di Beatrice Rigoni, non una qualunque. Ha fatto esordire anche Desiree Spinelli, che andrà valutata nel lungo periodo e con un minutaggio maggiore, ma che intanto si propone come ulteriore opzione per un ruolo – quello di tallonatore – dove spesso dietro Vecchini c’è stato il vuoto. Col Galles è entrata bene (ha preso anche una botta non da poco da John, ammonita e forse graziata da Sara Cox vista la gravità del fallo) e vista la giovane età ha un grande futuro davanti. In questo caso il termine “giovani” si riferisce più al numero di caps che al dato anagrafico, anche perché di giovani le Azzurre ne hanno a bizzeffe, considerando la grande quantità di classe 2000, 2001 e 2002 presenti in gruppo, già con un numero di caps notevole. Un nome su tutti, Francesca Sgorbini – che ha fatto un Sei Nazioni devastante – che a 24 anni conta già 33 caps. Ma gli esempi sarebbero tantissimi.

Il riscatto di Granzotto – Non è stato un Sei Nazioni facile per lei. Una partita da dimenticare con l’Irlanda, le esclusioni, poi l’occasione all’inizio del secondo tempo con il Galles per l’infortunio di Alyssa D’Incà. Il secondo tempo di Granzotto è stato pressoché perfetto: una grande doppietta, con due mete difficili da realizzare, sempre nel vivo dell’azione, sempre presente. Se lo meritava. Quando sei un utility back il rischio è che la tua capacità di fare tutto finisca per renderti sempre utile ma mai decisiva, Granzotto invece sta trovando la sua identità e la sua strada.

Francesco Palma

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